Democrazia, rapporto del Consiglio d’Europa

Situazione della Democrazia, dei Diritti dell’Uomo e dello Stato di Diritto in Europa: il rapporto 2015 dello Stato d’Europa suona il campanello d’allarme e mette in guardia contro l’erosione della sicurezza democratica in Europa.

Charline Quillérou scrive un commento al Rapporto 2015 del segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, il quale analizza il malfunzionamento delle democrazie dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. A questo proposito, Jagland considera l’indipendenza della giustizia e la libertà dei media come principali componenti di qualsiasi sistema democratico e sfide relative alle carenze segnalate. Egli ha evidenziato come principali pericoli per la sicurezza democratica Europea sia l’aumento del pericolo islamico, sia la crisi in Ucraina, proponendo poi un elogio alla Democrazia, istituzione capace di mantenere da sola la pace durante le crisi intestine agli Stati, di possedere una giustizia indipendente e mezzi di comunicazioni liberi da ingerenze superiori. Su questa scia, il Consiglio d’Europa ha stabilito cinque criteri di valutazione della sicurezza democratica:

• un potere giudiziario efficace e indipendente;

• mass media liberi;

• una società civile dinamica e influente;

• delle istituzioni democratiche legittime;

• delle società inclusive.

Di conseguenza gli Stati membri del Consiglio vengono classificati in cinque classi: da quelli in cui la situazione è buona e costantemente tendente al miglioramento, a quelli in cui la situazione non è soddisfacente e risulta tendente al peggioramento. Da un attento esame delle condizioni di libertà degli Stati membri - e ricordando che sono tutti firmatari della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo - il risultato ottenuto non è scontato: più di un terzo di questi Stati, infatti, non garantisce un corretto funzionamento del sistema giudiziario, non ha chiari indici riguardanti la libertà d’espressione, vede l’affluenza alle urne in calo soprattutto tra le donne e, infine, non presenta strutture sufficienti ad assicurare la protezione contro la discriminazione.

Il Consiglio d’Europa, in risposta a questa situazione, intende rafforzare la formazione dei giudici e dei professionisti del diritto alla buona pratica, per mettere poi in progetto un sistema giudiziario paneuropeo; lanciare un programma triennale per migliorare la sicurezza dei giornalisti; garantire uno status di priorità per la protezione della libertà dei media. Prima di muoversi in questa direzione, però, il Consiglio d’Europa invita innanzitutto i suoi membri a far appello di forte volontà politica e di denuncia degli abusi ai diritti umani.

 

Per approfondimenti si rimanda ai seguenti link:

- http://europe-liberte-securite-justice.org/2015/06/01/situation-de-la-democratie-des-droits-de-lhomme-et-de-letat-de-droit-en-europe-le-rapport-2015-du-conseil-de-leurope-tire-la-sonnette-dalarme-et-met-en-garde-cont/

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:22