Gli assiomi, ovvero il giorno, la notte, la forza di gravità eccetera, sono indiscutibili, dunque, mirare a “fabbriche di assiomi finti”, come talvolta si fa con la politica, la pubblicità e l’informazione, porta facili approvazioni. L’essere umano non influenzabile non esiste e più si proclama libero e più è a rischio di buttare il cervello all’ammasso. L’ordinamento politico dà al cittadino l’illusione della scelta e non è raro che crei regolamenti e leggi per abusare a norma di legge. Qui, parliamo dei meccanismi che permettono tali abusi; non dimentichiamo lo schema del primo capitolo e quella linea verticale che decide per le altre.

Ti racconto la politica 5 (Il tesseramento)

Il tesseramento è uno strumento pieno d’intrighi. Nel precedente capitolo, dicevamo che la conoscenza “in breve” non rende competenti; ora aggiungiamo che essa espone al plagio, ovvero a quella scienza che modella l’esteriorità per gabbare il senso dell’etica e del giusto. L'Italia s’incanta d’estetismi e per creare delle fissazioni, basta la retorica buonista che usa in modo subdolo parole come democrazia, solidarietà, cooperazione, tutela, assistenza, libertà d’opinione, diritto di parola e quant’altro. Sono ormai bigottismi culturali che proliferano laddove l’emotività prende il posto della ragione, magari insieme a un po’ di chiasso. Esistono più forme di democrazia, per esempio quella presidenziale o quella diretta; la democrazia italiana si dice “parlamentare rappresentativa”. Prima di chiedersi quale sia la democrazia migliore, occorre capire che un popolo politicamente impreparato non può avere nessuna democrazia. Il cosiddetto “partito politico” è lo strumento costituzionale col quale il popolo si rappresenta, ma oggi non è ciò che doveva essere.

Nell'animo del costituente, esso era l'anello di congiunzione tra le istituzioni dello Stato e la volontà popolare; l’articolo 49 fissa il diritto di associarsi in partiti politici per intervenire con "metodo democratico" nella politica nazionale. Per non farla lunga, diciamo subito che oggi il metodo democratico non esiste e fatta appunto salva l’esteriorità, non è raro che i partiti violentino l'etica democratica sia dentro sia fuori di essi. Come affermato nel secondo capitolo, i partiti politici determinano le scelte istituzionali, dunque, i loro dirigenti sono uomini di potere. L’iscrizione, ovvero la tessera, dà diritto di partecipazione alla vita del partito ma rappresenta uno dei tabù italiani; si creda o no, neppure la Polizia di Stato ha gli elenchi rispondenti al vero, degli iscritti. In Italia, i tesserati complessivi di tutti i partiti, sono poco più del 2% della popolazione ma detta percentuale, già esigua, è ingannevole perché i partiti "inventano" le tessere. Lo fanno in più modi e suscitano indignazione i cosiddetti “pacchettari” che tesserano nomi alla rinfusa, “estratti” dagli elenchi telefonici e dalle lapidi dei cimiteri. Ne parliamo, certo che parliamo!

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:01