... chi sei? (Capitolo 78) Thomas Eliot, letterato, poeta e drammaturgo americano, affermava che l’ultima caratteristica a morire nell’uomo sia il pensare bene di se stesso. Insomma, prima morirebbe l’uomo, poi, come ci hanno sempre detto, morirebbe la speranza e poi, ancora dopo, morirebbe la predilezione a pensare bene di noi stessi. Essendo doveroso rendere alla cultura l’onore che merita, nel precedente capitolo abbiamo affermato che essa sia il maggiore elemento di metamorfosi del cervello in mente.

La cultura forma e trasforma continuamente ogni essere umano e ne rende l’esistenza e la personalità strettamente dipendenti da ciò che sa. Noi siamo ciò che sappiamo e rendendocene conto potremmo non essere assoggettati alla vanagloriosa abitudine di considerare sempre gli altri quali responsabili e colpevoli delle cose negative che ci circondano. Tu chi sei? A tutt’oggi non è ancora dato a nessuno di sapere tutto, ma se tu fossi tra coloro che sanno molto allora saresti una persona equilibrata e attendibile; al contrario, qualora appartenessi alla schiera di coloro che sanno poco o molto poco, allora varresti poco o molto poco; tuttavia, quest’ultimo caso non è il peggiore. Infatti, se tu appartenessi alla schiera di coloro che sanno ciò che gli altri vogliono che sappiano, allora saresti ciò che gli altri vogliono che tu sia... Ecco, questo è il caso peggiore. Essere ciò che altri vogliono che siamo. Non è un’eventualità rara; anzi, più si è impulsivamente certi di essere immuni dal plagio e più è probabile che se ne sia vittima.

Le parole che precedono possono sembrare un paradosso, ma il condizionamento esercitato sul popolo dal nostro depravato potere politico-istituzionale testimonia quanto sia in uso la cinica “arte” del plagio. Il caso peggiore è, dunque, non rendersi conto di essere ciò che altri vogliono che siamo. Com’è noto, questo corso si occupa di politica, dunque, rimanendo in tema, possiamo procedere con una specie di test.

Sei convinto che un popolo impreparato non possa essere elemento di preoccupazione per un potere politico oppressivo e parassita... diciamo come quello italiano? Non credi, invece, che un simile potere istituzionale possa temere un popolo preparato che sappia trovare forza nella capacità di stare unito e di organizzarsi all’insegna della serietà e non dell’emotività? Ti va di riflettere sull’azione di rivalsa politica popolare italiana degli ultimi decenni e di prendere atto che essa sia stata del tutto inefficace e inconcludente? Sei certo di non aver contribuito a detta inefficacia e di non aver agevolato l’accennata inconcludenza?

Rispondi, anzi risponditi, ma è innegabile che il potere politico-istituzionale ci tratti come allocchi e, se può permettersi di reiterare un tale ignominioso atteggiamento, è perché gli allocchi e inconcludenti sono tra noi numerosi. L’impulsività è caratteristica degli stupidi e sarebbe opportuno non prenderla come sintomo di forte personalità, né confonderla con l’intelligenza!

... dunque, chi sei?

Aggiornato il 02 maggio 2017 alle ore 22:30