“Ti racconto la politica”

Massa (Capitolo 79) - La facilità di suggestione rende il popolo politicamente debole e perdente. Anche se non manca chi lo ha fatto autonomamente, forse è bene sollecitare una generale revisione del concetto di massa. La fisica, tra le altre cose, dice che la massa sia soggetta all’influenza di forze esterne; anche in politica è così e il potere istituzionale italiano ha fatto di questa “influenzabilità” un uso criminale. Il concetto di massa attribuito alla dimensione popolare è così inappropriato da essere offensivo.

La società, come affermato a suo tempo dai Funzionalisti (precursori della scienza sociologica), non può essere definita come massa; essa, infatti, non è un “ammasso” ma un insieme di individui e non si può aspirare alla felicità sociale se non si tende a edificare la felicità del singolo. Perfino la nuova e sorprendente fisica quantistica dimostra che ogni azione influenza la globalità; la società sarà felice solo se a ogni singolo individuo sarà data l’opportunità di esserlo... questo è il compito della democrazia. Intendere la società come una sorta di massa omogenea è un reato culturale; non si può immaginare che gli individui capiscano tutti alla stessa maniera né che abbiano tutti le stesse esigenze.

La democrazia deve fornire libertà e opportunità tali da permettere che ogni individuo possa esprimersi al meglio delle proprie facoltà. Certa parte politica, annunciando ipocritamente di salvaguardare le esigenze minime di dignità sociale, ha messo la lunga mano della coercizione e dell’invadenza su ogni forma di libertà dell’individuo; in questo modo, proclamando l’apparato di Stato come una sorta di mamma di tutti, lo ha di fatto reso il peggiore nemico del popolo. Le moderne forme di oppressione politica si fanno forti della permeabilità popolare a certa “seducente” comunicazione. Il baratro, quel punto che si poteva evitare cambiando semplicemente direzione, ora ci lambisce; decenni di allucinate fissazioni hanno disegnato il tragico futuro che si propone adesso come quotidiana realtà.

La fissazione ideologica porta a non percepire la menzogna di certe “autorevoli” dichiarazioni; inoltre, il popolo è troppo propenso a confidare nel mare di presuntuosi che si autocelebrano e si propongono quali leader di “scintillanti” progetti politici, caratterizzati da quella strana originalità che predica sempre le stesse cose. I progetti attendibili sono ben diversi dai soliti vanagloriosi tentativi di reclutamento “pro domo mea”. Abbiamo ridicolizzato temi come l’ambiente, l’energia, il lavoro e altri, trasformandoli nella retorica di luoghi comuni che ora si riversano su noi come acido corrosivo. Non ne abbiamo indovinata una e gli stupidi slogan che abbiamo urlato si svelano oggi in tutta loro astrattezza.

La nostra democrazia è prepotenza istituzionale da una parte e proliferazione di “palloni gonfiati” che si autocelebrano, dall’altra; occorre imparare a contrastare l’una e a non accreditare agli altri. Il popolo deve ripudiare la suggestione e capire che le strategie politiche serie si realizzano un passo alla volta.

Aggiornato il 23 giugno 2017 alle ore 13:32