Altro che inciuci e larghe intese

La grande vittoria di Nello Musumeci in Sicilia evidenzia due fattori: è sempre più difficile portare la gente al voto, lo è ancora di più quando l’odore di inciuci si fa sentire.

Insomma, un successo come questo appena celebrato non si costruisce senza unità, coesione, convinzione. Ecco perché il centrodestra da oggi più che mai deve unirsi verso l’obiettivo comune delle prossime elezioni politiche. Qui non si tratta di escludere l’ipotesi che il “Rosatellum bis” ci consegni l’ingovernabilità; si tratta di essere convinti che solo uniti sia possibile vincere.

Del resto il risultato straordinario di Musumeci ne è la plastica testimonianza, perché senza coesione avrebbero vinto i Cinque Stelle. Infatti, per quanto cinque punti di margine non siano pochi, se non ci fosse stata una squadra di centrodestra compatta il candidato grillino avrebbe surclassato tutti gli altri. E proprio sul risultato dei pentastellati sta tutto il nocciolo dell’atmosfera che si è creata in Italia e fra gli italiani. Perché nonostante l’inaffidabilità e gli insuccessi delle esperienze di governo locale manifestate dai grillini, specialmente a Roma, la gente è talmente esasperata da votarli comunque.

Insomma, in sei anni, da Mario Monti in avanti, centrosinistra, maggioranze allargate e transfughe, hanno devastato ed esasperato tanto il Paese quanto i cittadini. Questo è il vero motivo per cui la gente si è rifugiata progressivamente sia nell’astensionismo e sia nella protesta a Cinque Stelle. Inutile girarci intorno con riflessioni escatologiche per non dire ipocrite, da Monti in poi gli italiani si sono sentiti traditi, bastonati, presi in giro dai governi e dalle maggioranze. Che poi la crisi e le scriteriatezze fiscali, sociali ed economiche compiute dagli Esecutivi in questi anni ci abbiano messo il carico, è altrettanto certo.

Ma alla base dell’astensionismo e della crescita grillina c’è solo quel nauseabondo odore di inciuci, trasformismi, tradimenti, opportunismi che si è generato in sei anni. Del resto come si può sentire un cittadino che vota da una parte per ritrovarsi poi l’eletto schierato dall’altra? Come si può sentire un elettore privato della certezza dell’appartenenza di una scelta? Come può sentirsi chi esprime una indicazione di voto per poi vedersela tradita? Ecco perché il centrodestra ha una sola strada percorribile, quella dell’unità, della coerenza e del rispetto degli elettori. Musumeci ha vinto per questo, ha vinto perché si è reso credibile, perché si è presentato offrendo la garanzia di coesione e compattezza del centrodestra. È questo l’unico percorso possibile, specialmente oggi in una Italia che Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, hanno letteralmente messa in ginocchio. Non ci si faccia illudere dai quattro lustrini di crescita e ripresa che sbandierano al mondo, l’Italia va male. Va male tutto, il debito, l’occupazione stabile, i servizi pubblici, l’ossessione fiscale, la giustizia e la sanità. Siamo impauriti da una immigrazione incontrollata e sconosciuta, dalla mancanza di lavoro per i giovani, dall’improduttività di una macchina statale che produce solo un buco nero nei conti. Ecco perché serve un centrodestra vero, capace, coeso, che sappia offrire alla gente una speranza di cambiamento e di rinnovamento in tutto  e per tutto. È questa una grande sfida, è la sfida che il Paese desidera e che la Sicilia, adesso, si aspetta da Musumeci.

Aggiornato il 07 novembre 2017 alle ore 21:34