Serve un senso di responsabilità nazionale

Dopo la “solidarietà nazionale” richiesta così accoratamente dal compianto Aldo Moro, servirebbe oggi un piano di Responsabilità nazionale. Servirebbe a tutti; soprattutto a coloro che chiedono a gran voce la soluzione di urgenti questioni sociali. Quando però alcuni esponenti del governo prendono il toro per le corna, gli stessi che prima si erano lamentati per il toro, si scoprono ora ardenti animalisti. Non esistono bacchette magiche in politica. Eppure in troppi ce lo stiamo dimenticando. O si digiuna, o si fa la frittata. Per farla bisogna rompere le uova. La nostra difficoltà a imporci con coraggio deriva, come popolo, probabilmente dalla continua dipendenza che abbiamo subito, sia come comunità politica, sia come singoli, da qualcun altro.

Da un lato, veniamo da un regime politico, il Fascismo, che gestiva le vite dei singoli dalla culla alla bara. Comodo, ma assai poco responsabilizzante. Dall’altro, abbiamo avuto famiglie iper-presenti tanto che gli adulti che ne sono derivati non sempre hanno brillato per intraprendenza. Pensiamo alla scuola. Premesso che il termine “dell’obbligo” mi ha sempre dato fastidio, richiamandomi la Siberia delle purghe staliniane, sono ben conscio dell’utilità che un tale sistema ha portato. Essa ha condotto i ragazzi a scuola, quindi all’istruzione, in un momento in cui non esisteva l’inclusione delle masse popolari all’interno dei meccanismi dello Stato. L’analfabetizzazione era a livelli vertiginosi. Non esistevano mezzi di informazione che arrivassero a tutti, contadini, operai e genericamente alla popolazione. Nonostante oggi tutti sappiano leggere e scrivere, bene o male, stanno emergendo nuovi problemi. Dal medico, al parco, per strada, vedo spesso genitori con i loro piccolini per mano.

Da poco ho notato che alcuni ancora inoculano l'ansia infantile ai loro figli, con l'odiosa frase: “Stai attento”; invece di vigilare, in silenzio, lasciandogli fare i primi passi nel mondo. Gli adulti figli dello “stai attento” si riconoscono subito. I figli dello “stai attento”: gli elettori di cui i politici sono più ghiotti. In campagna elettorale lanciano i loro “state attenti” a più non posso, cosa che sarebbe assai mal vista nei Paesi anglosassoni, emancipati dalla mediazione da cinquecento anni. Abbiamo bambini e bambine che sviluppano da subito "l’ansia da prestazione”, immaginando pericoli dove non ci sono, sicuri soltanto quando sono davanti allo schermo di un pc o di un telefonino. Crescono psico-apatici. Da adolescenti sono pieni di emozioni, ma vuoti di sentimenti. Una differenza, quella tra emozione e sentimento, che possono conoscere soltanto grazie alle agenzie educative primarie: la famiglia e la scuola. E invece pare non conoscano la differenza tra discutere col professore e insultarlo; tra lo scherzare con un compagno e il bullizzarlo; tra il corteggiamento e lo stupro. Questa psico-apatia, svuotata da qualsiasi esercizio dell’empatia, aumenta col progressivo isolamento, la falsa interazione con le immagini, la vita nel virtuale, la mancata conoscenza dell’altro e, quindi, di se stesso. Perché non apriamo le scuole fino alle 20 di sera? In questo modo i ragazzi, invece di stare davanti a un computer, potrebbero relazionarsi, discutere, fare i compiti assieme, vivere in maniera comunitaria l’infanzia e l’adolescenza. Se il problema si riduce solo a come trovare i soldi per il personale scolastico, credo che il “governo del cambiamento” possa mettere al vertice delle sue priorità la difesa, la cura, l’istruzione, in particolare quella dei giovani cittadini.

D’altra parte però i cittadini devono convincersi – già da ora – che un tale Governo (dicasi del cambiamento) per essere coerente con la definizione che si è dato deve fare delle scelte, a volte impopolari, tuttavia necessarie, affinché gli equilibri geopoliticamente intesi possano essere ristabiliti. Senza dare troppa importanza alle parole di quegli intellettuali che, quando vengono saziati, cantano; quando li si lascia a digiuno, invece, sputano.

Aggiornato il 20 giugno 2018 alle ore 12:15