Ponte, Toti: “Governo aiuti e non disturbi”

Aiuti e non disturbi. A un mese dal crollo del ponte Morandi, il governatore della Liguria Giovanni Toti torna a incrociare le armi con il Governo.

“Il nome del commissario non importa, il problema è fare le cose bene e presto”, sottolinea in una piazza De Ferrari gremita di genovesi per ricordare le 43 vittime della tragedia. “Da un mese ci facciamo carico dell’emergenza, al governo chiediamo di poter continuare, di non avere disturbi ma aiuti perché l’unico compito ora è riaprire il ponte”.

Non una semplice infrastruttura viaria, per quanto fondamentale per Genova e per la Liguria, ma “il simbolo di una città, di una regione, di un Paese che guarda al futuro con coraggio”, sottolinea Toti, applaudito al suo arrivo in piazza con il sindaco di Genova, Marco Bucci. “Io ve lo giuro - insiste - e voi lo giurate con me. Genova riavrà il suo ponte, costi quello che costi. Lo meritano le 43 vittime, lo meritano le centinaia di migliaia di genovesi che ci credono. Ricostruiremo un ponte bellissimo e ci passeremo sopra insieme perché sarà un risultato di tutti”.

Non sarà dunque la caduta di un ponte a piegare il capoluogo ligure, “una città che ha voglia di tornare a correre nel più breve tempo possibile”, rincara la dose il presidente della Liguria nella stessa piazza che, quando negli anni di Piombo venne ucciso Guido Rossa, “disse no al terrorismo”. “Andare avanti, oltre alle polemiche”, è l’obiettivo del governatore, invocato dai genovesi come commissario durante l’intervento dal palco del premier Giuseppe Conte. Per lui, però, le priorità sono altre: “giustizia e verità”. “La giustizia è la prima cosa, sapere cosa è successo, cos’ha prodotto una cosa così - sostiene - La procura sta facendo uno straordinario lavoro e l’aula di giustizia ci dirà cosa è successo”.

“Oggi non mi limito a rendere una testimonianza, avevo anticipato che non sarei venuto a mani vuote. Ho portato dei fogli, sono fogli bianchi? No, sono pieni di fatti, di misure concrete”, sottolinea Giuseppe Conte partecipando alla commemorazione del crollo. E smentisce anche le tensioni in cdm tra M5S e Lega che avrebbero fatto saltare l’inserimento nel decreto del commissario e l’indicazione su chi ricostruirà: “Qualcuno ha detto che siamo stati a litigare al Cdm, no siamo stati ad operare per confezionare questo decreto”. A rassicurare sulla coesione dell’Esecutivo è anche il ministro delle Infrastrutture, il grillino Danilo Toninelli (non c’è stato “nessun litigio”, il decreto è stato “condiviso” dal Governo), che si è dovuto difendere anche da una polemica sui social network per una foto che lo ritrae sorridente accanto al plastico del Ponte Morandi a Porta a Porta: “chi usa una innocua fotografia” per far credere che non ho sofferto per Genova, “è solo un burattino al soldo di chi finanzia certa stampa”, tuona il ministro annunciando l’arrivo dell’obbligo di pubblicare i nomi di chi finanzia le testate. Genova attende intanto il nome del commissario che, assicura Conte, arriverà a giorni (con un decreto del Presidente del consiglio entro dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto) e avrà “pieni poteri”.

Aggiornato il 15 settembre 2018 alle ore 14:29