Calgary, la bocciatura del referendum sulle Olimpiadi invernali 2026

Calgary non vuole ospitare le Olimpiadi invernali 2026. È questo l’esito del referendum popolare. Il 56,4 per cento dei cittadini ha detto “no”. Pur essendo una consultazione non vincolante, i 15 membri del Consiglio comunale di Calgary accetteranno il risultato. La città canadese ha ospitato una memorabile edizione delle Olimpiadi nel 1988, quella del successo di Alberto Tomba. A questo punto, la candidatura italiana di Milano e Cortina d’Ampezzo avrà quindi come unica avversaria Stoccolma. Ma anche la Svezia è in difficoltà. Vive una complessa situazione governativa. L’amministrazione locale non appoggia la rassegna olimpica e il governo nazionale è ancora in formazione, a seguito delle ultime elezioni politiche. È probabile che anche Stoccolma si arrenda presto. Un fatto è certo: entro l’11 gennaio 2019, i governi dovranno fornire le garanzie, anche finanziarie, al Comitato olimpico internazionale. Così Stoccolma medita una candidatura per il 2030.

Se dovesse restare in piedi solo l’ipotesi Milano-Cortina d’Ampezzo sarebbe clamoroso. Ma a quel punto, Thomas Bach, il numero uno dello sport mondiale, non avrebbe scelta. Nella sua due giorni romana, il presidente del Cio ha ricevuto rassicurazioni dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Il governo gialloverde sostiene la candidatura di Milano-Cortina. Ma questa vicenda paradossale testimonia una verità oggettiva: è sempre più difficile trovare città disposte a candidarsi per i Giochi olimpici, soprattutto per le edizioni invernali. Non bisogna dimenticare, infatti, che la candidatura italiana era nata con il “tridente”: Torino-Milano-Cortina. Poi, la lungimirante sindaca Chiara Appendino ha deciso di ritirare Torino dalla corsa.

Aggiornato il 14 novembre 2018 alle ore 13:43