E se il pallino ce l’avesse in mano Conte?

Se l’Italia stesse giocando (ma, purtroppo, non è così) una partita di poker,  la puntata aperta dal Presidente della Repubblica con il governo Conte vede i due giocatori - seduti sui lati opposti del tavolo - rilanciare di continuo: facendo apparire quel tavolo surreale e pure un po’ al limite della “rottura” (di scatole). La logica del “io ho preso un voto in più di te, quindi qua si fa quel che voglio io”, non solo denota un grande segno di immaturità,  ma ci fa aprire gli occhi su di una politica del tutto surreale, quindi con la “p” minuscola.

E allora, minuscolo per minuscolo, perché non tener conto pure della variabile “diserzioni”? Perché solo queste potrebbero consentire di portare a compimento una legislatura nata male, vissuta peggio e che - a questo punto - andrebbe sdraiata sotto di una tenda a ossigeno per non perire in un voto che potrebbe portarci verso scenari sudamericani,  alla faccia della Comunità europea. 

Ma c’è un fatto da cui Luigi Di Maio e Matteo Salvini non possono affatto prescindere e che dovrebbe suggerire loro la massima prudenza. Il Governo Conte è uscito indubitabilmente rafforzato dal voto europeo (un fatto che, in Italia, non è accaduto spesso). Questo fatto dovrebbe consigliare allo stesso Presidente del Consiglio di rimanere ben seduto in sella, distribuendo lui le carte anche ai due dioscuri, dicendo - a brutto muso - a ciascuno di essi: “questo è il gioco, queste le regole, questi i punti e questo il massimo rilancio possibile. L’ho deciso io e se questo non ti va... quella è la porta”.

Infatti Conte non guida l’esecutivo in quanto persona eletta e/o proposta da uno dei due partiti, ma in quanto figura tecnica indicata dal Presidente della Repubblica, che da Lega e M5S ha ottenuto semplicemente un voto di fiducia. Una maggioranza, quella che l’ha votato, che è uscita rafforzata dal voto di domenica. Di Salvini e Di Maio possiamo riempire pagine e pagine di giornali, byte e byte di web, però la verità è una sola: il vero pallino ce l’ha in mano il prof.Giuseppe Conte. L’agenda nazionale e pure quella europea ce l’ha in mano lui, così come la fiducia di Sergio Mattarella. Così armato, pieno di viveri e di munizioni,  Conte dovrebbe diventare il più Politico dei Politici, una corazzata che neanche le cannonate possono affondare. Ha questo spirito, Giuseppe Conte? Ma, ancor di più, chi avrebbe il coraggio di sparargli addosso assumendosene tutte le responsabilità?

E, ancora: siamo certi che Mattarella porterà subito il Paese alle elezioni? Io credo che fare il kamikaze non convenga a nessuno: una sana prudenza è consigliata.

Aggiornato il 04 giugno 2019 alle ore 13:13