Consip, Lotti e Del Sette rinviati a giudizio

Luca Lotti e Tullio Del Sette sono stati rinviati a giudizio nel caso Consip. Lo ha deciso il gup di Roma Clementina Forleo, che ha mandato a processo altre tre persone, oltre all’ex ministro dem (per favoreggiamento) e all’ex comandante generale dei carabinieri (per rivelazione del segreto di ufficio). Prosciolto dalle accuse l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto.

Il processo inizierà il prossimo 15 gennaio davanti alla seconda sezione. A giudizio andranno anche l’imprenditore Carlo Russo per millantato credito, Filippo Vannoni per favoreggiamento e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamaccia per favoreggiamento. Scafarto, oggi prosciolto, era accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio. Accusa, quest’ultima, caduta anche per il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa, anch’egli prosciolto. Il procedimento è legato al filone di indagine relativo alla fuga di notizie sul fascicolo che era stato avviato dai pm di Napoli sul maxiappalto Consip.

“Sono contentissimo – ha dichiarato Scafarto – perché c’è finalmente la parola fine su questa vicenda. Oggi è un giorno bellissimo, sin dal principio mi sono dichiarato estraneo a questa vicenda. Non guardo dietro, ma solo avanti”.

Ma secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, la Procura di Roma non ci sta e impugnerà alla Corte d’Appello la sentenza con cui il gup ha prosciolto Scafarto e il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa.

Intanto, l’ex renziano di ferro Luca Lotti è convinto di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti. “Oggi, 3 ottobre 2019 – sottolinea – il giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato’. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”.

Lotti ricorda il giorno in cui ha scoperto di essere indagato. “La mattina del 23 dicembre 2016 – scrive su Facebook – ho letto la prima pagina del Fatto Quotidiano: il titolo d’apertura era ‘Indagato Lotti’. È così che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia, perché chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti. Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1014 per l’esattezza”.

Nel post Lotti lascia spazio all’amarezza, ma confida nella giustizia. “In questo lungo periodo – scrive ancora – il mio nome legato all’inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani (cui vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie e un numero incalcolabile di servizi televisivi). Sempre nello stesso periodo io ho rilasciato solo tre dichiarazioni, per confermare la mia innocenza e la mia fiducia nella giustizia: da un punto di vista della comunicazione è come tentare di fermare uno tsunami con l’ombrello. Ma da parte mia, sia chiaro, non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere il mostro in prima pagina senza assumersi nessuna responsabilità”.

Aggiornato il 03 ottobre 2019 alle ore 16:55