Se per Burioni lo Stato di diritto è un’opinione

“Che un’emergenza non consenta di superare lo Stato di diritto è una opinione, rispettabile, ma pur sempre un’opinione”: così Roberto Burioni in un tweet del 14 luglio ha ritenuto di esternare il suo pensiero sul tema.

Sul punto la preoccupazione non può che essere spontanea, poiché l’esperienza storica insegna, prima di ogni altra considerazione, che proprio quando si finisce di avere fiducia nello Stato di diritto e nella democrazia (che in questa sede saranno considerati analoghi per semplificare il ragionamento) sorgono i presupposti per il totalitarismo e la tirannia e, dunque, per la violazione dei più fondamentali diritti dell’uomo. Sebbene ogni opinione sia legittima, non ogni opinione è corretta o vera.

In primo luogo: emerge con evidente chiarezza che il pensiero di Burioni sia rivolto non già all’emergenza sanitaria, ma ad una qualunque emergenza genericamente intesa. Il suo grottesco pensiero sarebbe stato meno preoccupante se si fosse limitato a precisare che semmai soltanto durante un’emergenza sanitaria lo Stato di diritto può essere ritenuto superabile, poiché essa presuppone il bene giuridico della salute collettiva, perimetrando quindi la portata di una tale – comunque inammissibile – superabilità. Tuttavia, questa precisazione manca e quindi pare che per Burioni tutte le emergenze possano giustificare il superamento – anche se non è chiaro secondo quali modalità – dello Stato di diritto.

In secondo luogo: nonostante ciò che Burioni e i burionisti possano ritenere, lo Stato di diritto non soltanto non è un’opinione, ma non è nemmeno superabile sia per ragioni storiche di non invertibilità della linea concettual-temporale che al suo sviluppo ha condotto, sia perché – anche qui proprio storicamente – è ampiamente comprovato dall’esperienza del XX secolo che il superamento dello Stato di diritto involve sempre nel suo contrario, cioè nella negazione del medesimo, ovvero nella tirannia.

In terzo luogo: lo Stato di diritto, è necessario ripetere l’evidenza in un’epoca storica come quella attuale in cui anche le cose più evidenti non sono poi così evidenti, è imprescindibile per forma e sostanza, cioè perché è l’unica forma di Stato che consente una limitazione del potere, un controllo su tale limitazione e una legittimazione del medesimo, oltre che la tutela dei diritti fondamentali come quello alla salute o di parola di cui taluni, pur tuttavia, talvolta abusano contrastando quel medesimo diritto di cui si avvalgono.

In quarto luogo: nessuna emergenza, neanche quella sanitaria, così come nemmeno quella bellica, consente il superamento dello Stato di diritto, come del resto non è accaduto con l’emergenza del terrorismo politico rosso e nero degli anni ’70 o con l’emergenza mafiosa degli anni ’80 e ’90 o con l’emergenza del terrorismo islamico dell’ultimo ventennio. Ritenere quindi che la pandemia possa giustificare il superamento dello Stato di diritto significa non aver colto né la natura di quest’ultimo né le modalità con cui realmente gestire la pandemia.

La soluzione tecnocratica, infatti, si contrappone frontalmente alla soluzione democratica e laddove la prima s’impone, la seconda recede, così che la gestione dell’emergenza, di ogni emergenza, compresa quindi quella pandemico-sanitaria, in uno Stato di diritto deve necessariamente essere gestita nei limiti e con gli strumenti formali e sostanziali di cui questo dispone, poiché la lotta al virus non può trasformarsi in una ingenua e pericolosa eutanasia della democrazia.

In questo senso, e in conclusione, è sufficiente ricordare l’insegnamento di Norberto Bobbio il quale nelle sue riflessioni sul futuro della democrazia, infatti, ha avuto modo di precisare che tecnocrazia e democrazia sono antitetiche: se il protagonista della società industriale è l’esperto non può essere il cittadino qualunque. La democrazia si regge sulla ipotesi che tutti possano decidere di tutto. La tecnocrazia, al contrario, pretende che chiamati a decidere siano i pochi che se ne intendono”.

Aggiornato il 15 luglio 2021 alle ore 12:46