Si sfiorò davvero un colpo di Stato nel 1964, oppure lo scoop giornalistico di alcuni anni dopo portava false accuse al presidente della Repubblica e al vertice dei carabinieri? Il libro di Mario Segni, presentato l’altro ieri in occasione di un webinar Ibl, documenta come quel presunto tentativo di forzare la democrazia sia stato in realtà “la madre di tutte le fake news” nella storia repubblicana. È proprio da quella vicenda che hanno origine le teorie del doppio Stato che sarebbero fiorite successivamente: rileggere quel frammento di storia può allora aiutare a capire perché la formula del centrismo è divenuta a un certo punto irripetibile. Per Natale D’Amico, il libro di Segni fa luce su fatti che hanno influenzato il corso della Repubblica per molto tempo. La documentazione molto accurata utilizzata dall’autore illustra in cosa consistesse il forte attivismo del presidente della Repubblica Antonio Segni, che richiamava i protagonisti della vita politica di quel tempo a porre attenzione ad alcuni rischi per la vita pubblica italiana. Ad esempio, la sua premura per il quadro di finanza pubblica è un tratto che caratterizza il suo operato e che ha conseguenze sulla trasformazione dell’economia italiana.

Oggi abbiamo un’idea “maestosa” del capo dello Stato, quasi camminasse tra nuvole d’incenso, ha affermato Marco Follini nel suo intervento. Nei primi decenni della Repubblica, e quindi ai tempi di Antonio Segni, i presidenti camminavano invece su strade cosparse di spine, anche per gli aspri conflitti internazionali in cui dovevano muoversi. Follini ha ragionato sulle diverse posizioni dei leader della Democrazia cristiana rispetto alla nascita del centrosinistra nel 1963, spesso bloccati dall’incapacità di smentire sentenze pronunciate dall’opinione pubblica, che ci portano alle origini del populismo con cui facciamo i conti oggi.

Per Mario Segni sono ancora molto forti le resistenze a riconsiderare il “piano Solo”, vista l’interpretazione condivisa da storici, politici e giornalisti che fanno riferimento al “pensiero di sinistra”. L’egemonia culturale che in quegli anni aveva costruito il Partito comunista ha condizionato il modo in cui è stata scritta una storia che talvolta arriva a definire la Dc come un “partito golpista”. Resta il problema delle responsabilità politiche che si intrecciano a vicende come quella del 1964, che non molti anni dopo costrinsero Giovanni Leone a dimettersi da capo dello Stato. Un contesto in cui è possibile intravedere l’affossamento dell’anima liberale e sturziana che la Dc aveva al suo interno.

Il colpo di Stato del 1964, La madre di tutte le fake news di Mario Segni, Rubettino 2021, 180 pagine, 12,35 euro

Aggiornato il 07 ottobre 2021 alle ore 11:29