Tajani: “Oltre a Draghi, Berlusconi è l’unico presidente possibile”

Se Mario Draghi viene eletto al Quirinale, salta tutto. In quello scenario, il rischio di elezioni anticipate è concreto. Ne è convinto Antonio Tajani. Per il coordinatore di Forza Italia, “Silvio Berlusconi, oltre a Draghi, sia l’unico che possa fare il presidente della Repubblica”. Un fatto è certo: “Non ci può essere una maggioranza sul modello attuale con un presidente del Consiglio diverso da Draghi”. Lo spiega il numero due degli azzurri intervistato da Repubblica. Sulle ipotesi di un governo guidato Daniele Franco o Marta Cartabia, come possibile conseguenza dell’ascesa dell’ex banchiere al Quirinale, risponde: “Non è ovviamente una questione di merito: i nomi di eventuali successori di Draghi sono quelli di ottimi ministri: ma nessuno ha l’autorevolezza e la capacità di mediazione che servono per tenere in piedi un esecutivo di emergenza”.

Tajani argomenta: “Il ragionamento è semplice: questa è una maggioranza eterogenea che si è unita con l’obiettivo principale di sconfiggere il Covid e preparare il Recovery plan. Solo una personalità straordinaria può tenere insieme Matteo Salvini, Enrico Letta, Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani. E oggi è più difficile di ieri”, perché “si avvicina la fine della legislatura e le divisioni politiche, all’interno della maggioranza, si fanno più evidenti”. Quindi ribadisce come, a suo avviso, “Silvio Berlusconi, oltre a Draghi, sia l’unico che possa fare il presidente della Repubblica. Non lo dico io, lo dicono pure i sondaggi – sostiene – oggi sempre più gente lo vede come personalità legata all’interesse nazionale, non più solo come politico, imprenditore o uomo di sport. È già una vittoria”.

Al giornalista che gli chiede un commento su Renzi e Giovanni Toti che tentano il rilancio di un’alleanza politica di centro, ribatte: “Che si parlino pure, col sistema bipolare si sta da una parte o dall’altra”. Quanto a Renzi, abbiamo diversi punti di convergenza, ad esempio la giustizia. Ma non mi pare voglia venire nel centrodestra. E noi da qui non ci muoviamo”.

Ma lo stesso leader di Italia viva, attraverso la sua Enews, scrive come i giornali stiano raccontando “di grandi discussioni sulle manovre politiche in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. In realtà è tutto un grande Bla Bla Bla che copre la vera realtà: il capo dello Stato sarà eletto con la maggioranza più ampia possibile, non con due voti di scarto. E per questo vi invito a non dedicare troppa attenzione alle chiacchiere da bar: il Quirinale è una cosa seria e l’elezione si deciderà a gennaio in Parlamento, non a dicembre sui giornali. Pensate all’elezione di Sergio Mattarella: fino al giorno prima se l’aspettavano in pochi davvero, no?”.

Frattanto, Paolo Romani, tra i fondatori di Cambiamo e di Coraggio Italia, è ora di dar vita a un polo di centro: “C’è Italia viva che non accetta che lo schieramento di centrosinistra sia vittima di una deriva grillina e ci siamo noi, figli dell’esperienza di Forza Italia e del progetto di centrodestra di Berlusconi, moderato e liberale, popolare e riformista molto diverso da quello di oggi”, dice intervistato dal Corriere della Sera. “Si può iniziare con un patto di consultazione e arrivare gradualmente ad una federazione e a un gruppo unico. Importante è che si possa subito poter contare su un pacchetto di mischia nel voto per il Colle, perché né il centrodestra né il centrosinistra da soli hanno i numeri per eleggere il capo dello Stato”.

L’obiettivo è “favorire una larga convergenza sul prossimo capo dello Stato, nello spirito con cui è nato il governo Draghi”. Berlusconi candidato al Quirinale? “Devo dire che Forza Italia ha completamente abdicato al ruolo di asse dello schieramento, più concentrata sul proprio ombelico e vittima di meccanismi interni di ortodossia e di Conventio ad excludendum. Questo può minare anche le legittime ambizioni di Berlusconi che mal consigliato dai suoi luogotenenti, ritiene di dover acquisire qualche parlamentare invece di allargare la base del consenso ad una propria candidatura al Quirinale. Ammesso che lui voglia veramente aspirarvi”, replica. A suo avviso “è difficile ipotizzare adesso un premier diverso da Draghi, che rappresenta la competenza, un’autorevolezza non fatta di slogan o pugni sul tavolo”.

Aggiornato il 06 dicembre 2021 alle ore 13:20