Il cattivo comico, il brutto patriota e il buono statista

Il compianto regista Sergio Leone titolò la sua opera d’arte, del filone spaghetti western, Il buono, il brutto e il cattivo. E, se pur in ordine invertito, i soggetti noi ce li abbiamo tutti e tre. Soggetti che hanno marcato il corso di quest’ultima fase politica della nostra Repubblica. Il cattivo comico, l’elevato ayatollah Beppe Grillo, ha ormai perso consistenza. Insomma, si è sgonfiato politicamente come un pallone pieno d’aria nel giro di un decennio. E non poteva essere diversamente visto che, a capo di un Movimento di protesta, alla prova del nove nel concretizzare tutte le false promesse di controriforma del sistema, si è sciolto come la neve al sole. Questo comico Grillo ha saputo convogliare tutto il crescente malcontento della popolazione maturato in 40 anni di dissoluzione politica, in cui si sono susseguite le tre piaghe del terrorismo, della mafia e della giacobina Mani pulite. Da vero tribuno populista ha calamitato tutto il dissenso giustizialista. E sull’onda della cosiddetta decrescita infelice ha propinato il regresso tecnologico, nonché l’assistenzialismo statale anziché favorire investimenti produttivi e nuovi posti di lavoro, grazie alla riduzione del cuneo fiscale a favore delle aziende.

Con l’invenzione del reddito di cittadinanza ha rastrellato un terzo dei voti degli elettori italiani, assediando il Parlamento chiuso come una scatola di tonno. Ma, alla prova del Governo, è andato a sbattere, come purtroppo gli capitò col fuoristrada nel 1981. Auguriamoci, quindi, con le imminenti elezioni politiche di sbattere fuori dal Parlamento questi grillini politici all’amatriciana, prima che riescano loro a buttare nel burrone l’intera Italia.

Il brutto patriota, il grande imprenditore Silvio Berlusconi, ha rappresentato negli anni Ottanta la speranza di un’evoluzione liberale e tecnologica della società italiana basata sulla meritocrazia. E tutto ciò, in particolare, con l’affermazione della tivù privata Fininvest/Mediaset, contraltare del monopolio politico della Rai. Ma, col passare degli anni, il duopolio Rai-Mediaset ha involuto il progresso del pensiero collettivo verso stereotipi d’immagine più che di contenuto, per correre dietro allo share e quindi alla vendita della pubblicità. Insomma, il Berlusca ha creato con Publitalia 80 e Fininvest una miniera d’oro gestita in modalità “tengo famigghia”. Questo è il criterio leit motiv della sua imprenditoria in tutti i campi, compreso quello politico dove ha rifilato nei suoi governi come ministro del Tesoro e delle Finanze tal Giulio Tremonti al posto di Antonio Martino. Cosa ha significato? Una politica economica conservativa da commercialista d’azienda, spesso funzionale agli interessi privati del Capo e incapace di aumentare le opportunità di investimento, facilitando la crescita delle imprese e la creazione di posti di lavoro per, soprattutto, diminuire il divario fra Nord e Sud del Paese. Un Tremonti, quindi, incapace di far crescere il Pil e profeta di sventure per l’economia italiana, come quella dello spread a quota 500 punti quando Berlusconi perse credibilità per i numerosi scandali delle cosiddette “cene eleganti”. In sostanza, nel novembre del 2011 stava andando a ramengo non solo il Cavaliere ma anche l’economia italiana by Tremonti.

È per questo che oggi il suddetto Tremonti, assai gettonato in tivù, fa sfogo col dente avvelenato del suo malcontento nei confronti del buono statista d’Europa, Mario Draghi: lo critica per aver immesso troppo denaro nel sistema con il bazooka, per cui l’inflazione non si riesce a contenere al livello ottimale del 2 per cento, ma è passata all’8 per cento e per lo spread che tende a salire per l’instabilità politica, ma con ciò egli omette di intendere che l’operato di Draghi sia come presidente della Banca centrale europea, sia con la attuazione del Pnrr nonché col fronteggiare la minaccia della Russia, ha operato come promotore della Unione europea federale e non confederale. Cioè quella dei cui limiti ne subiamo le conseguenze.

Aggiornato il 25 luglio 2022 alle ore 11:17