Ungheria: Meloni sconfessa il Parlamento Ue

In principio è il Parlamento europeo, che in un rapporto approvato in larga maggioranza alla plenaria – 433 voti a favore, 123 i contrari – etichetta Budapest come una “minaccia sistemica” in merito ai valori-chiave dell’Ue, sulla scorta di quel “regime ibrido di autocrazia elettorale” che avrebbe allestito Viktor Orbán. Il Consiglio, quindi, viene esortato a un intervento per scongiurare “possibili violazioni del principio dello Stato di diritto”. Il tutto fa aleggiare, un taglio dei fondi, a questo punto – salvo sorprese – imminente. Il rapporto, così, provoca lo sdegno di Budapest e dei gruppi  Identità e Democrazia (Id) e Conservatori-Riformisti europei, dove militano i rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia.

Premessa debita, perché da qui parte il ragionamento di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, a Radio Anch’io, sbotta: “Tutti i partiti ungheresi si sono indignati per questo documento, anche quelli che si oppongono a Orbán. È una dittatura davvero? La sinistra non mi pare che sia storicamente nazionalista, eppure sono tutti d’accordo sul fatto che vivono questa vicenda come una discriminazione”.

E ancora: “Orbán ha vinto le elezioni, più volte anche con ampio margine, con tutto il resto dell’arco costituzionale schierato contro di lui, è un sistema democratico. Dopodiché, i modelli dell’Est sono diversi dal nostro? Sì. E questo perché fino agli anni Novanta li abbiamo abbandonati sotto il giogo sovietico, ora dovremmo dargli una mano. Il documento votato a Strasburgo è un documento molto politico – aggiunge – forse non ci siamo resi conto della situazione in cui ci troviamo. C’è un conflitto, la scelta intelligente sarebbe avvicinare le nazioni europee piuttosto che allontanarle. Non possiamo regalare alleati ai nostri avversari”.

Nota poi Meloni: “È un testo in cui si dice che l’Ungheria non deve prendere le risorse europee, ma questo va fatto circostanziando quali sono le accuse. Io vorrei che non ci fosse una discrezionalità, cioè dire quanto mi fa simpatia e antipatia il governo di quella nazione, perché poi diventa difficile per tutti. In quel testo c'è una serie di materie risolte da tempo”.

Per la cronaca, il premier ungherese Viktor Orbán commenta: “Noi di questo non ridiamo più, poiché siamo stufi di questa barzelletta. Il Parlamento europeo già due-tre volte ha adottato simili documenti di condanna dell’Ungheria. Prima pensavamo che avessero una qualche importanza, ma ora vediamo che si tratta di una barzelletta… la sinistra europea ha occupato l’Europarlamento, divenendo maggioranza, mentre l’alleato ungherese del Partito Popolare europeo (Ppe) scivola sempre più verso sinistra… I partiti di destra hanno votato a favore dell’Ungheria, la sinistra contro. Si tratta di un attacco partitico, e non è il primo”.

Aggiornato il 16 settembre 2022 alle ore 13:32