Piantedosi: “Carcere ostativo? Scelta giusta contro la mafia”

“Chi banalizza l’arresto di Matteo Messina Denaro fa un errore in malafede”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rivendica, con orgoglio, la storica cattura del boss mafioso superlatitante. Intervistato dal Corriere della sera, il titolare del Viminale spiega: “L’arresto è avvenuto grazie al lavoro lungo e costante degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine con metodi di indagine tradizionali e caparbi. Tutto il resto e fantasia senza argomenti”. Il ministro precisa: “Questo arresto è un risultato limpido, senza retroscena. Chi cerca di banalizzarlo e minimizzarlo, di metterlo in dubbio, di mortificarlo, fa un grave errore commesso in malafede”. In merito alla fermezza di Giorgia Meloni nel difendere l’ergastolo ostativo, Piantedosi rimarca: “Una scelta giusta e chiara contro la mafia. La Costituzione, però, prevede che la pena debba essere anche riabilitativa? Lo Stato ha ingaggiato una guerra contro la mafia che non può concedere al nemico dei vantaggi. Alla luce di questo vanno effettuate anche le valutazioni di ordine costituzionale”, sottolinea il ministro.

Piantedosi ribadisce: “Le intercettazioni per i reati di mafia rappresentano uno strumento fondamentale e nessuno le ha mai messe in discussione. Né ha espresso intenzione di limitarle. La lotta alla criminalità è al primo punto dell’agenda politica del governo Meloni”. “Perché è importante questo arresto? Perché l’ultimo boss mafioso stragista è stato assicurato alla giustizia. Perché si è dimostrato che non c’è impunità per i criminali anche dopo molti anni. Perché adesso si apre una straordinaria opportunità per poter fare ulteriore luce su alcune pagine buie di un periodo storico del nostro Paese”, aggiunge. Per quanto riguarda l’agenda rossa di Borsellino e i segreti del covo di Riina: “Anche se molti ne dubitano” Messina Denaro “potrebbe e dovrebbe raccontare molte cose per comprendere meglio questi ultimi quaranta anni di storia. Ho piena fiducia nei magistrati siciliani sul fatto che possano sfruttare al meglio questa occasione”, dice Piantedosi.

L’ex magistrato Giuseppe Ayala, in un’intervista alla Stampa, sottolinea la sua posizione sull’ergastolo ostativo: “Assolutamente no” non va abolito. “Magari può essere migliorato con qualche spiraglio ma per i mafiosi deve vigere il principio fine pena mai. Anche perché il mafioso, a meno che non si penta, rimane tale anche una volta in carcere. Si può essere Re della mafia anche dietro le sbarre e quindi la pena deve essere conseguente”.

Aggiornato il 18 gennaio 2023 alle ore 13:58