Direttiva Case green, il perché del “no”

Sulla direttiva Ue relativa alle Case green non mancano i “no”. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dice: “È veramente una follia inaccettabile, soprattutto è una follia il fatto che non si tenga conto della realtà dei diversi Paesi e della realtà sociale”. Secondo lui, “non si possono imporre date ultimative”, in quanto “c’è una gran parte della nostra società che non può rispettare questi termini. È una follia che dimostra come l’Europa su certi argomenti sia spinta solo dall’ideologia e non abbia nessun collegamento con la realtà. Speriamo – sottolinea – che presto i cittadini europei facciano capire a questi demagoghi che è meglio che la smettano”.

“Occorre tornare a sottolineare che, come ha detto il ministro Gilberto Pichetto Fratin, il testo finale della direttiva Case green non dispone più obblighi diretti di intervento nei confronti dei proprietari: e questo è un risultato che va rivendicato – ricorda il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – prevede, invece, l’impegno degli Stati a ridurre il consumo medio di energia dell’intero parco immobiliare”. E prosegue: “I modi per perseguire questa riduzione sono rimessi ai singoli governi e sono tutti da immaginare. Ciò detto, ci aspettiamo che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si attivino comunque, nella prossima legislatura europea, per modificare in termini ancora più favorevoli per il nostro Paese il testo della direttiva, in coerenza con il loro voto contrario” dell’altro giorno.

La vicecapogruppo di Azione-Per-Renew Europe alla Camera, Elena Bonetti, intervenendo a Sky Economia, dice: “Azione ha votato contro questa direttiva perché di fatto non è realizzabile. È ideologica e costa cara alle famiglie italiane. E non se ne farà nulla, perché non ci sono le risorse per fare quello che la direttiva chiede, a meno di gravare sulle famiglie”. Poi rimarca: “La direttiva impone all’Italia di avere un risparmio energetico sull’efficientamento degli edifici pari a cinque volte quello che abbiamo ottenuto con l’efficientamento del Superbonus: vorrebbe dire avere una capacità di spesa di 600 miliardi. Vi sembra possibile oggi chiedere alle famiglie italiane di mettere del loro 600 miliardi per efficientare gli edifici?”. Infine, ammette che c’è, sì, un voto contrario “non perché non crediamo nella transizione ecologica, ma proprio perché questa direttiva non la farà”.

Aggiornato il 14 marzo 2024 alle ore 18:00