Pd Roma, territori figli e figliastri

Semplificando, verrebbe da dire: bene ma non benissimo. Entrando nel merito, c’è chi – per sua stessa ammissione – non è disposto a chinare la testa. Lorenzo De Santis è consigliere di maggioranza – in quota Partito democratico – nel Municipio XIV di Roma. Inoltre, è presidente della commissione Lavori pubblici locale, nonché vicesegretario della sezione democrat della Balduina, una realtà, come viene sottolineato, in cui c’è l’indipendenza nel dire cosa si pensi. Sulla scorta del fatto che, nonostante da queste parti il Pd prenda “un sacco di voti”, non ci siano allo stesso tempo personaggi di riferimento “di zona” se parliamo di Campidoglio.

Chiusa la premessa, ecco il nocciolo della questione. Che prende spunto da un articolo apparso sulle colonne di Repubblica, dove in sostanza la sezione dem del Trieste-Salario e il Pd romano in blocco si schierano contro la colata di cemento nell’area verde dell’ex clinica Villa Bianca, accanto al Parco Nemorense (Municipio II). Il documento redatto, in sintesi, esprime la contrarietà al progetto di edificazione che prevede, al posto del fu stabile, un complesso residenziale con più di 140 appartamenti. De Santis coglie l’occasione per fare due precisazioni. La prima è il sostegno al Pd del Trieste-Salario, ma anche al segretario romano Enzo Foschi e all’assessore comunale all’Urbanistica, Maurizio Veloccia “per la ferma presa di posizione nei confronti di una costruzione che per gli effetti delle leggi regionali volute negli anni dalle giunte Polverini e Zingaretti sarebbe cresciuta a dismisura rispetto ai permessi iniziali. Addirittura – insiste De Santis – l’assessore Veloccia si prende l’impegno pubblico di far revisionare l’intera procedura. Bene! Ci chiediamo però perché solo pochi mesi fa, su via Lattanzio, l’assessore aveva dichiarato di essere estraneo alla questione in quanto meramente amministrativa, salvo poi chiarire alla stampa la volontà di trovare, nel rispetto delle norme, una soluzione favorevole alla realizzazione dell’opera”.

Qui, per chi si fosse perso le puntate precedenti, c’è da fare un passo indietro. Il consigliere De Santis fa riferimento a quanto accaduto alla Balduina il 14 febbraio del 2018: ovvero il crollo, nel giorno di San Valentino, di tre palazzine, due a destinazione residenziale e una a destinazione mista, dove sorgeva l’ex Istituto di Santa Maria degli Angeli. Nell’occasione, cedette anche una parte di strada. Da lì prende corpo una storia che si snoda tra burocrazia e quelle che Lorenzo De Santis, lo scorso febbraio, chiama “inversioni a U”. Facendo un veloce schema: i costruttori fanno domanda di piano-casa per poter attingere ai requisiti legati alla rigenerazione urbana, ma ciò – come denunciato in tempi non sospetti dallo stesso Pd – avrebbe significato un aumento di volumetria; c’è il niet di Comune e Consiglio di Stato; il cantiere viene sequestrato, perché comunque nel contempo vengono costruiti quattro piani relativi a tre edifici, andando quindi in contrasto con il progetto che aveva avuto l’ok. Però nel 2023 la Regione dice che si può accedere alla rigenerazione urbana: il Comune si allinea ma il Municipio XIV mostra i muscoli e rispedisce al mittente la proposta dei costruttori. Nel mezzo va in scena, di recente, una commissione comunale Trasparenza definita dal vicesegretario del Pd Balduina un “bruttissimo spettacolo”, con “uffici che si accusavano a vicenda” e con nessuno capace “di veicolare e gestire le informazioni”.

Adesso il caso del Trieste-Salario. Che offre lo spunto a De Santis per picchiare duro: “Perché, sempre per via Lattanzio, il Partito romano è stato assolutamente assente davanti a questa situazione denunciata dalla nostra sezione di Balduina? Noi non facevamo che recepire l’indirizzo del partito a livello comunale nella precedente consiliatura. Perché adesso – continua – per bocca del segretario Enzo Foschi il Pd romano si schiera apertamente contro questa singola opera, dopo l’assordante silenzio dei mesi scorsi sulle vicende riguardanti il nostro territorio?”. Non solo: “Esistono territori figli e territori figliastri? Se così fosse non potremmo tollerarlo, se davvero si vogliono cambiare le cose, tutti i territori sono uguali”. All’ennesimo “se” vergato da De Santis seguono puntini di sospensione, dopodiché prosegue: “Qui si conferma come nella vicenda di via Lattanzio hanno forse vinto altri interessi, e che qualsiasi cosa detta negli ultimi mesi o anni non ha più alcuna credibilità. Addirittura, su via Lattanzio dal Dipartimento Programmazione e Urbanistica di Roma Capitale non è neanche arrivata in Municipio la quarta copia del progetto autorizzato per avviare i controlli di competenza sul cantiere, anche votati con un’apposita risoluzione in Consiglio municipale qualche mese fa, con cui si chiedeva a gran voce anche una commissione comunale competente, che nessuno della maggioranza o del Partito democratico ha voluto recepire”.

Il finale vien da sé: “Prendiamo atto del volontario schiaffo ricevuto, non crediamo esistano giustificazioni di sorta, essendo lampante il diverso approccio, sia dal punto di vista amministrativo che dell’interessamento alle questioni locali del partito”. Lorenzo De Santis, all’Opinione, confessa che nessuno, ufficialmente, gli abbia mai chiesto di farsi da parte, ossia di lasciare l’incarico di presidente della commissione Lavori pubblici. È pur vero che siamo grandi e vaccinati per capire che in politica le pressioni (indirette ma anche di altro tenore) ci siano. Cosa succede – e succederà – lo scopriremo solo vivendo. Di sicuro, per adesso, c’è la mission di De Santis: “So che questa mia battaglia potrebbe non essere compresa ma è un mio obbligo morale farla”. Anche perché i residenti “hanno chiesto una verifica da parte dell’Amministrazione comunale e municipale, recependo dunque l’ultima risoluzione votata in Municipio, e che senza ritardi, deve essere attuata. Già in passato ci siamo purtroppo macchiati di ritardi che non possono più essere tollerati davanti a questo”.

Una manifestazione con i cittadini (dove viene espressa, pure, la posizione “di chi conosce veramente i territori, e soprattutto le norme”) l’ha già organizzata, dalle parti del cantiere. In un quartiere, a quanto pare, figliastro. Almeno secondo il Pd romano.

Aggiornato il 08 aprile 2024 alle ore 14:05