Ramadan, Rampelli: “Le donne chiuse in un recinto”

Centocelle, quartiere romano. La giornata conclusiva del Ramadan, gli uomini che si inginocchiano e pregano Allah (“ognuno dei circa due milioni di musulmani residenti in Italia ha il pieno diritto di farlo, anche pubblicamente) e le donne “rinchiuse in un recinto e discriminate”. Non solo: “Non possono pregare, ma neppure guardare gli uomini chini verso la Mecca”.

La denuncia porta la firma di Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, che in un post su Facebook sbotta: “Una rete da pollaio con telo oscurante impedisce loro di guardare nel settore dei fedeli in preghiera perché sono esseri inferiori e non devono avere accesso né diretto né indiretto alla fede”. Inoltre, aggiunge: “Si potrebbe obiettare che esiste una libertà individuale, domestica o al limite religiosa che consente a ciascun cittadino di fare ciò che vuole se non infrange l’altrui libertà. Nella sua casa, nella sede di un’associazione o nella grande Moschea di Monte Antenne. Già – sottolinea Rampelli – ma qui si sta a Piazza dei Mirti, sul suolo della Repubblica italiana dove a nessuno dovrebbe essere consentito di violare le sue leggi e i suoi precetti costituzionali, rischiando di indurre altri cittadini a comportarsi in modo analogo”.

Da qui le domande: “È giusto far esibire pubblicamente a un gruppo di professanti la reclusione illegale e incostituzionale della donna in quanto tale e la menomazione dei suoi diritti primari? La risposta è certamente chiara: non è giusto. Ed è legale? Qui inizia invece il mistero”. Con l’aggiunta: “Nel frattempo non si trova una sola donna di sinistra, non dico una femminista, che s’indigni e protesti. Diritti al rovescio. In ogni caso – termina – su questa materia occorre giocare meno e dare risposte che tengano insieme il rispetto della nostra civiltà e del suo ordinamento con il diritto dei fedeli musulmani a seguire la loro fede”. Rampelli, per la cronaca, sulla questione annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

(*) Foto pagina Facebook di Fabio Rampelli

Aggiornato il 11 aprile 2024 alle ore 17:52