Troppe città in rivolta contro i migranti

L’Italia è in rivolta contro i centri d’accoglienza per migranti. Dal Viminale temono che i rivoltosi possano avere tra gli obiettivi il treno del Partito Democratico, quello che sta scarrozzando Matteo Renzi per lo Stivale a caccia di voti.

Invece del consenso, il segretario del Pd potrebbe trovarsi a fronteggiare cittadini in rivolta, armati di mazze ed arnesi di fortuna. Regione proibita al giro renziano sarebbe la Sardegna, con la precisione Sassari, dove non si sono placati gli animi contro i migranti. A Sassari è scoppiata due giorni fa una grossa rissa: epicentro degli scontri un rione popolare (Santa Maria di Pisa), coinvolte negli scontri più di settanta persone (stranieri del centro d’accoglienza e residenti). E oggi il sassarese sarebbe un focolaio permanente di protesta: infatti nella notte alcune bombe molotov sono state lanciate contro due centri per migranti (in via Solari e a Platamona). Si tratta di località balneari, e non vi sarebbero stati feriti.

Sugli episodi indaga la Questura di Sassari, che presidia i due centri con carabinieri e polizia locale: in parole povere le forze dell’ordine starebbero difendendo i migranti dall’ira degli italiani. E non si ferma il profluvio di solidarietà della classe politica verso i cosiddetti rifugiati, ma nemmeno una lancia viene spezzata a favore degli italiani esasperati.

La polizia ha sequestrato durante la rissa diversi corpi contundenti, tra cui una roncola e barre di tondino di ferro. Sono al vaglio degli investigatori, e sembra che nessuno voglia credere ai residenti. Secondo i sassaresi le armi da taglio e le spranghe sarebbero state usate da nigeriani e ghanesi. Da qui la reazione dei locali con le bombe molotov, lanciate contro la facciata dei centri d’accoglienza: ordigni rudimentali, che non hanno provocato né danni né feriti, ma solo annerito il muro nei punti d’impatto. Per fare il punto della situazione, e coordinare le azioni di controllo, il prefetto di Sassari (Giuseppe Marani) ha convocato una riunione straordinaria delle forze dell’ordine.

Ci rendiamo conto che la presenza di migranti sul territorio è oggettivamente superiore al numero previsto dall’accordo recentemente sottoscritto da Anci e ministero dell’Interno - ha detto il sindaco di Sassari Nicola Sanna (Pd) - presenteremo il problema al Viminale, chiedendo la riduzione delle presenze sul territorio comunale e confidando anche nella disponibilità all’accoglienza degli altri comuni della provincia”.

Intanto in tutto lo Stivale ammonterebbero ad oltre una decina i probabili focolai di rivolta. Oltre a Sassari sono scoppiate varie rivolte anche a Roma contro i campi Rom. E non dimentichiamo i permanenti focolai di scontro al Tiburtino Terzo (periferia romana). Secondo alcuni addetti ai lavori, sarebbe forte il silenzio dei media su circa una decina di aree a guerriglia urbana, suddivise tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Sicilia. La situazione rischia di sfuggire dal controllo ed evolvere verso una rivolta a macchia di leopardo. Secondo alcune fonti l’Esercito sarebbe già stato allertato per colpire gli italiani in rivolta, pronti a più forti contestazioni per la presenza dei migranti.

Aggiornato il 30 ottobre 2017 alle ore 19:10