Bollette tornano mensili, ma Tim e Wind verso sanzione

Le bollette telefoniche che erano a 28 giorni sono tornate per legge su base mensile, ma le informazioni sulle modifiche tariffarie e, quindi, l’esercizio del diritto di recesso per i consumatori non sono assicurati.

Per questo l’Autorità per le tlc ha deciso di avviare un procedimento sanzionatorio nei confronti di Tim e Wind, che rischiano multe fino a oltre un milione ciascuna. La storia è quella infinita della fatturazione, che sembrava più o meno risolta con l’imposizione per legge a tornare alla cadenza mensile a partire dal mese di aprile. Le aziende si sono uniformate alle nuove regole ma gli “strascichi” sono molteplici: non solo l’istruttoria dell’Antitrust aperta qualche settimana fa che ha sospeso i rincari scattati più o meno all’unisono, non solo la partita dei “rimborsi” ancora aperta all’Agcom, adesso è la stessa Agcom a intervenire di nuovo.

L’Autorità guidata da Angelo Marcello Cardani lo fa con un provvedimento ad hoc per Tim e Wind Tre, “pizzicate” a non rispettare le regole in fatto di informazioni alla clientela. In particolare, l’Autorità ha preso in esame la riformulazione delle tariffe operata dalle due società proprio dopo i rilievi dell’Antitrust e le ha richiamate al “rispetto degli obblighi previsti in materia di informativa nei confronti degli utenti interessati dalla nuova manovra al fine di consentire, anche mediante il legittimo esercizio del diritto di recesso, scelte contrattuali consapevoli”.

Dal monitoraggio, infatti, è emerso che “gli operatori richiamati non hanno assicurato, per il tramite delle comunicazioni rese all’utenza finale attraverso sms e sito aziendale, informazioni chiare, complete e trasparenti” e che “le informative non hanno rispettato il quadro regolamentare in materia di diritto di recesso”.

Per questo è scattato il procedimento: per arrivare alle sanzioni vere e proprie ci vorranno adesso fino a 150 giorni dalla notifica, ma le multe potrebbero essere pesanti e fino a 1.160.000 euro. I parametri che verranno presi in considerazione sono la gravità delle azioni (se reiterate è più pesante), l’opera svolta dalle aziende per porre rimedio e le condizioni economiche di chi subisce le sanzioni.

Aggiornato il 17 maggio 2018 alle ore 10:51