Il Papa, i migranti e l’Imu

Papa Bergoglio ci comunica dal religioso pulpito che dobbiamo continuare ad “arricchire” le nostre città italiane di persone allo sbando. Barricato nella Santa Sede e non pagando nemmeno l’Imu dovuto alla città di Roma per gli edifici che ivi sono in gran numero e conducenti alla luce del sole fior di attività di lucro mascherate da opere religiose, il Pontefice ci ha spiegato la grande utilità di avere per le nostre strade, nelle nostre città, ovviamente non le sue, fior di delinquenti che non essendo tenuti a fare niente e pagati gratis con i soldi di noi tutti, sporcano rubano e aggrediscono, mandando all’aria ogni possibile idea o concetto di civiltà e di diritto, oltre che di solidarietà. Allora diciamo al Papa: ma se davvero lui ritiene che ci “arricchiscono”, perché non se li prende lui? Perché non li ospita, pagandoli e mantenendoli gratis in Vaticano?

Noi, cioè l’Italia, ha diritto all’Imu che il Papa non ci paga, quindi la pretendiamo. In cambio lui prende per sé tutti questi fior di gioielli di migranti che gli arricchiranno notevolmente l’intera sua blindatissima sede. Si ricordi che gli emigrati italiani sono stati accolti in America perché lavoravano, non per non fare niente. Nessuno Stato può permettersi di accogliere se non è in grado di dare all’accolto un lavoro dignitoso. La regola numero uno della solidarietà e di uno stato di diritto è di poter lavorare. Si sta in un Paese quando c’è la possibilità di mantenersi economicamente. Aspettiamo dunque di vedere il Papa darsi da fare in tal senso. A parlare come fa lui sono tutti bravi. Da ora in poi guardiamo i fatti.

Aggiornato il 15 giugno 2018 alle ore 14:07