Bimbi dimenticati in auto: tutte le novità per salvarli

È solo di un mese fa l’ennesimo caso di cronaca di una bimba dimenticata in auto da un padre di San Piero a Grado, in provincia di Pisa, andato al lavoro convinto di aver accompagnato la figlia all’asilo. La bimba, che avrebbe a breve compiuto un anno, è morta dopo ore di agonia nell’abitacolo della vettura arroventato dal sole battente che non le ha lasciato scampo.

Secondo gli esperti si tratta di “amnesia associativa” ovvero di un black-out nella mente dei genitori che sono portati a ricordare episodi mai avvenuti come ad esempio quello di aver accompagnato il proprio bambino a destinazione.

A partire dagli anni Novanta, quando l’introduzione dell’airbag per il passeggero a lato del guidatore ha favorito lo spostamento sul sedile posteriore dei seggiolini, questi casi si ripetono purtroppo quasi regolarmente, soprattutto durante la stagione più calda. E non solo nel nostro Paese: gli Usa detengono il triste record di una media di 37 bimbi all’anno deceduti per questo motivo, almeno nove dall’inizio di quest’anno nonostante la stagione più calda non sia ancora iniziata. Questa escalation ha spinto il dipartimento della salute americano a diramare una campagna di sensibilizzazione dei genitori “Look before you lock - controlla prima di chiudere” per dare dei consigli su quali comportamenti adottare per scongiurare simili tragedie:

- rendere un’abitudine controllare sempre il sedile posteriore dell’auto;

- mettere un giocattolo del bambino sul sedile accanto al guidatore che possa ricordare la presenza del piccolo;

- mentre si allaccia la cintura al bambino, lasciare accanto a lui qualcosa di indispensabile per chi lo sta trasportando: il cellulare, la borsa o il portafoglio;

Ma tonando in Italia, sono numerose le recenti novità che dovrebbero contribuire a ridurre il numero di questi episodi. A partire da alcuni nuovi dispositivi elettronici ad hoc integrati nei seggiolini per auto lanciati sul mercato a fine maggio da Chicco e Samsung e che funzionano associati a un’applicazione da scaricare sul proprio cellulare. Il posizionamento del bambino nell’auto attiva i sensori in modo che non appena lo smartphone sul quale è stata scaricata l’app si allontana dalla vettura, si attiva un segnalatore acustico che deve essere silenziato. Se ciò non avviene, vengono automaticamente inviati sms di allerta a una lista di numeri di emergenza precedentemente registrati.

 L’utilizzo di questi dispositivi anti-abbandono potrebbe anche diventare obbligatorio ma, in attesa che questo avvenga, vi sono altre utilissime iniziative adottate da coloro che nella maggior parte dei casi sono preposti a prendere in consegna i piccoli mentre i genitori lavorano e cioè gli asili. “Scusa se insisto” è la proposta di Assonidi della Lombardia: le strutture aderenti si impegnano a contattare le famiglie che non abbiamo provveduto a comunicare l’assenza del figlio per essere certi che i bimbi si trovino comunque al sicuro. “Ok ci sono” è invece un’idea adottata in alcune provincie della Toscana secondo cui ai genitori viene consegnato un badge da strisciare non appena consegnato il bambino agli educatori. Se ciò non avviene, il software invia automaticamente un allarme via sms a una lista di contatti indicati.

Tutte queste precauzioni e accorgimenti anche se banali possono contribuire a salvare la vita dei piccoli: badge o segnalatori acustici che siano, possono rivelarsi indispensabili per riportare l’attenzione dei genitori sul loro prezioso piccolo passeggero.

Aggiornato il 28 giugno 2018 alle ore 13:12