Nobel Medicina: Allison e Honjo vincono con l’immunoterapia contro i tumori

L’immunologo americano James P. Allison e allo scienziato giapponese Tasuku Honjo hanno vinto il Premio Nobel per la Medicina 2018. I due scienziati sono stati infatti tra i primi a capire che è possibile utilizzare le nostre difese naturali del sistema immunitario per combattere i tumori. Con le loro ricerche indipendenti sono riusciti ad individuare le molecole che impediscono al nostro sistema immunitario di combattere i tumori.

Nello specifico James Allison ha scoperto la proteina CTLA-4 che frena l’attivazione dei linfociti T, elementi fondamentali per il nostro sistema immunitario. Bloccando questa proteina, le cellule T attaccano le cellule tumorali.

Mentre già nel 1992 Tasuko Honjo aveva individuato per primo la proteina PD-1, anch’essa un freno per le cellule T. Agisce da inibitore della risposta del nostro sistema immunitario quando si collega a PD-L1, una proteina espressa su alcune cellule normali e tumorali.

Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-Oncologia e dell’Unità Operativa Complessa di Immunoterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e uno dei ricercatori di punta dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, commenta così la loro vittoria: “Le molecole scoperte dai due Nobel ci hanno permesso, prima di tutto, di comprendere meglio il funzionamento del nostro sistema immunitario. E poi hanno contribuito allo sviluppo dell’immunoterapia contro i tumori, oggi l’opzione più preziosa che abbiamo per combattere questa malattia”.

E aggiunge: “Le molecole scoperte dai due studiosi ci hanno portato oggi ad avere decine di anticorpi in grado di ’sbloccare’ il sistema immunitario contro il cancro. Sono inoltre in corso numerose altre sperimentazioni con altri farmaci mirati contro queste molecole”.

Anche il genetista e rettore dell’università Tor Vergata di Roma Giuseppe Novelli definisce rivoluzionario il lavoro dei due Nobel: “I loro studi hanno aperto la strada alla terapia personalizzata del cancro, fornendo anche gli strumenti necessari: le proteine ingegnerizzate. Un approccio che già oggi, ma sempre più in futuro, consentirà di combattere il cancro in modo sempre più mirato e personalizzato”.

 

 

Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 16:24