PIANETA BOLLENTE

Il “Global Warming of 1,5 °C” è stato approvato sabato 6 ottobre in Corea del Sud dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC): il testo scientifico sui cambiamenti climatici mostra la necessità di un’azione urgentissima e lancia un ennesimo disperato appello per la salvaguardia del pianeta spiegando che, se non saranno presi immediati provvedimenti per un ulteriore drastico abbassamento dell’emissione dei gas serra, ci saranno conseguenze irreversibili.

Il trattato costituirà un riferimento scientifico di enorme importanza nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà in Polonia il prossimo dicembre, quando i governi riesamineranno il Trattato di Parigi per affrontare proprio le problematiche legate ai cambiamenti climatici. Il Trattato di Parigi sul clima è stato raggiunto il 12 dicembre del 2015 alla Conferenza annuale dell'Onu sul riscaldamento globale ed è stato poi firmato dai capi di Stato e di governo di 195 Paesi: l’impegno è contenere l’aumento della temperatura terrestre a 2 gradi e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi con controlli quinquennali a partire dal 2020 quando scadrà il Protocollo di Kyoto. Rispetto a quest’ultimo, la grande novità politica dell'Accordo di Parigi è stata l'accettazione del protocollo da parte dei maggiori produttori di gas serra, gli Stati Uniti guidati da Barack Obama, e la Cina, che in passato avevano rifiutato di aderire a simili iniziative per non ostacolare la loro crescita economica. Nel giugno 2017 però, il nuovo presiedente Usa Donald Trump ha annunciato l’uscita degli Stati Uniti sostenendo che “l'accordo negoziato da Obama impone target non realistici per gli Stati Uniti che cominceranno a negoziare un nuovo accordo sul clima. Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza”.

La reazione di Italia, Francia e Germania è stata durissima e ancor più pesante è stata la dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron: “Gli Stati Uniti hanno voltato le spalle al mondo”, ha commentato.

E il 26 aprile di quest’anno, di fronte al Congresso degli Stati Uniti, il Presidente Francese ha ribadito il suo dissenso verso la posizione degli Usa, dichiarando “Non esiste un pianeta B”. E non è tutto. Il 25 settembre, parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, Macron ha affermato che la Francia non accetterà più “accordi commerciali” con Paesi che non “rispettano” l’Accordo sul clima di Parigi ed è risultato chiarissimo il riferimento agli Stati Uniti di Donald Trump alimentando ulteriormente la polemica. L’attenzione dell’Eliseo verso i problemi climatici ha una sua ragion d’essere: già nel 2016, in Francia, l’inquinamento atmosferico uccideva quasi quanto l’alcol ed era la terza causa di mortalità del Paese, con 48mila decessi all’anno. Eppure, secondo una ricerca pubblicata a metà settembre dall’Osservatorio per l’energia ed il clima formato dalle Ong francesi Reseau Action Climat e Cler-Reseau, proprio la Francia, patria dell’accordo di Parigi e tanto attenta a bacchettare i Paesi meno virtuosi, nel 2017 ha mancato 8 dei 9 obiettivi prefissati per contenere il riscaldamento Globale.

Insomma, nonostante la situazione si dimostri drammatica, molti sembrano perdersi in dispute guidate da interessi nazionali senza riuscire a focalizzarsi sul vero obiettivo e cioè la salvaguardia e la sopravvivenza stessa del nostro pianeta. Come sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, “il tempo dell’ignoranza, vera o presunta, o delle schermaglie, furbizie e distrazioni deve finire. Ora” e la XXIV Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop24) che si terrà in Polonia sarà cruciale.

Aggiornato il 08 ottobre 2018 alle ore 13:31