2019: Odissea nella Metro

5 aprile 2019: nuovi problemi sulla metro A, chiusa per 4 ore Anagnina, capolinea dei pendolari dai Castelli Romani. Amen. Settembre 1942, seconda guerra mondiale. La splendida capitale della Francia è occupata dalle milizie naziste. Per evadere dalla tragica realtà della guerra e della occupazione del proprio Paese i cittadini di Parigi cercano conforto nei cinema e nei teatri. Nel 1980 François Truffaut nel suo film capolavoro “L’ultimo metrò” (Le dernier métro) descrisse questa ansia di libertà, questa angoscia esistenziale: l’ultimo metrò era l’ultima corsa prima del coprifuoco, poi sarebbe scattato il divieto di circolare per le strade dopo le 23.00, ultima possibilità di ritornare a casa.

I cittadini della splendida capitale d’Italia stanno inutilmente cercando un regista, del valore e della fama pari almeno a quella di Truffaut per descrivere un capolavoro che non è frutto di una analisi storica rivisitata dal famoso cineasta bensì è probabilmente, tristemente e realmente frutto, nel termine probabilmente si annida la bontà d’animo della vostra cronista, di mancata programmazione, di scarsa manutenzione, di inaffidabilità e dei conseguenti sottotitoli romaneschi “lassa perde”, “che ce voi fa”, “è ‘na causa persa”, “tanto a Roma non funziona gnente”.

Metro A, stazione Barberini, Spagna e Repubblica chiuse. Il centro storico della Capitale è inaccessibile tramite metropolitana. Danni al commercio ed al turismo incalcolabili. Le stazioni aprono e chiudono a singhiozzo. A proposito sapevate che la causa del singhiozzo è in gran parte sconosciuta? I medici non hanno ancora raggiunto una visione chiara sulla eziologia del fastidioso sintomo. E magari non sono neanche chiare le motivazioni del continuo succedersi di blocchi e ripartenze, di guasti ingestibili. Vivere a Roma è una scommessa e la vostra cronista vi risparmia il ricordo degli alberi che cascano ad ogni piè sospinto avendone già scritto.

Gli autobus urbani di Roma, quando non vanno a fuoco, sono belli pieni di carne umana: non me la sento di definirci esseri umani, prima persona plurale visto che la sottoscritta ne fa abbondante uso - di autobus intendo - più facile autodefinirci umanoidi ormai abituati alla vessazione del quotidiano, allo stare pigiati come sardine ed al borseggio. Ma lo scippo diventa più facile o no in queste occasioni di affollamento estremo oppure anche i ladri hanno difficoltà nel muovere le mani?

Lo sconforto è ormai totale anche a prescindere dalle mani nella borsetta e nello zaino, dalle toccate e fuga delle virtù fisiche, e dalla miscellanea di odori, olezzi e vere e proprie puzze che gli abiti pesanti di questo inverno non sono riusciti a nascondere ed oggi, all’affacciarsi della primavera, esplodono in ogni dove riempiendo l’aria ed i nostri polmoni di ogni sensazione.

“Atac numero 5... perché io valgo”. Anche se non sono francese e non posso che guardare con invidia ad una data: il 19 luglio del 1900, giorno in cui venne inaugurata la prima linea metropolitana parigina. Se non fosse già passato a miglior vita forse Stanley Kubrick avrebbe diretto un remake: 2019 Odissea nella Metro.

@vanessaseffer

Aggiornato il 05 aprile 2019 alle ore 17:06