Niente panico… ok, panico

Il ricordo risale alla prima volta che da piccoli si assistette all’esilarante film “L’aereo più pazzo del mondo”. Tra le tante scene “cult” c’è quella che quando il velivolo sta precipitando tutti si mettono a urlare e il comandante dall’altoparlante rassicura i passeggeri: “Niente panico!”. Per un attimo stanno tutti calmi anche se l’aereo continua a scendere. Poi si sentono nuove urla di terrore e stavolta la voce del capitano gracchia dall’altoparlante: “Ok, panico!”.

All’osso il comportamento del Governo Conte – sia pure davanti alla terribile prova di gestire un’epidemia come quella del Coronavirus – è stato questo. Prima ha bollato come razzisti i governatori leghisti del nord che volevano mettere in quarantena anche i bambini cinesi ritornati dalle vacanze in patria per il capodanno, poi è passato alla fase del “si salvi chi può” e del “barratevi in casa”.

Solo che l’“ok, panico” non faceva ridere come nel film. Anzi, ha fatto mettere le mani nei capelli a tutti gli italiani inducendo questa riflessione: in che mani siamo?

Ed era una domanda retorica visto che la risposta è: in quelle di Conte, Di Maio e Bonafede. Gente bravissima a seminare il panico appunto. Ma senza soluzioni per l’ordinario.

Ora non va sottovalutato il fatto che nel contrordine “ok, panico” ci sta anche un bel po’ dell’anima autoritaria del nostro Paese che è passato dal fascismo al comunismo al grillismo senza soluzione di continuità. Approfittare di un’emergenza sanitaria per radicare lo stato di polizia già incardinato dalle leggi di questo e del precedente Governo è tentazione non comprimibile nell’attuale concezione della politica. Visto che i reati stavano diminuendo e mostravano la corda le varie emergenze sicurezza, semplicemente perché contrarie all’evidenza che le nostre città sono più che sicure tranne che in quelle borgate lasciate a se stesse da decenni, ecco bella e pronta una disgrazia sanitaria che può essere usata per un controllo sociale pervasivo che neanche in periodi di guerra mondiale era ipotizzabile.

Difficile stabilire a priori se abbia ragione la virologa del Sacco, che parla di “influenza un po’ più grave”, o meno. Di certo non sembra essere la spagnola o la peste manzoniana. Ma tutti noi la possiamo trasformare in qualcosa di enorme sviluppando il concetto di “percezione” dei fenomeni invece che quello di oggettività degli stessi. È una scelta. Una cinica scelta. E questo Governo di cialtroni sembra averla già fatta con il suo “ok, panico”.

Aggiornato il 24 febbraio 2020 alle ore 11:07