Il virus del corona-divorzio

Che il Covid-19 abbia rivoluzionato la vita di milioni di famiglie in tutto il mondo è sotto gli occhi di tutti. La limitazione della libertà personale ed il confinamento all’interno delle mura domestiche sono ormai una realtà con cui tutti, Paese più Paese meno a seconda della gravità del contagio, dobbiamo convivere. Ma al di là dell’intero nucleo familiare, in che modo tutto questo incide sulla sfera più ristretta delle coppie, in particolare su quelle legate da un vincolo di matrimonio?

In Italia, sarà dato saperlo solo dopo l’11 maggio, data in cui cesserà la sospensione delle udienze e sarà quindi possibile procedere nuovamente con le richieste di separazione e divorzio, ma volgendo lo sguardo ad Oriente possiamo già comprendere che cosa stia accadendo in quei Paesi in cui la pandemia è giunta prima che in Europa.

In Cina, il primo Paese colpito dal virus e dove il lockdown in alcune zone si è prolungato per ben 76 giorni, c’è stato un boom di richieste di divorzio: addirittura, a Xi’an, una popolosa provincia del nord del Paese, gli uffici preposti, che erano rimasti chiusi per oltre due mesi, hanno ricevuto un tale afflusso di richieste da non riuscire a soddisfarle tutte, tanto da essere stati costretti a bloccare le nuove richieste per alcuni giorni e cominciare a ricevere solo su appuntamento.

Secondo quanto dichiarato al quotidiano cinese Global Times dal funzionario Wang dell’ufficio separazioni e divorzi: “Solitamente in Cina si registra un boom di crisi di coppia in occasione dei festeggiamenti del Capodanno cinese e degli esami di ammissione all’università, ossia a seguito di situazioni che generano un forte stress nelle persone, divenendo poi la causa del divorzio. A seguito dell’epidemia molte coppie sono state legate tra loro a casa per oltre un mese, il che ha fomentato i conflitti sottostanti”.

Ma non solo la Cina sta sperimentando questa “epidemia di coppia”: già dal mese di marzo, in Giappone, uno dei trend topic su Twitter è diventata l’espressione #coronarikon che letteralmente significa corona-divorzio. E con questa espressione, sui social media è stato un fiorire di migliaia e migliaia di cinguettii di coniugi esasperati ed insofferenti verso un partner ormai considerato tutt’altro che “l’altra metà della mela”.

Ma c’è chi, tra la preoccupazione per questo fenomeno dilagante ed un altrettanto spiccato senso per gli affari, sta tentando di offrire una soluzione a queste coppie sull’orlo del divorzio.

Si tratta della società immobiliare Kasoku che si occupa solitamente di gestire circa 500 case per vacanza nel Paese del sol levante ma che, data la crisi del settore turistico, ha pensato bene di offrire i suoi spazi abitativi per la somma di 4400 yen per notte (circa 40 euro) a tutti coloro che, provati dalla convivenza forzata, abbiano bisogno di “rifugi temporanei” per isolarsi dal partner e recuperare energie ed equilibrio mentale. Per farlo ha aperto una pagina web e gli affittuari non sono mancati.

L'obiettivo è evitare il divorzio – ha dichiarato Kosuke Amano, portavoce della compagnia – Speriamo che le coppie prima si allontanino e pensino (al loro matrimonio). Da parte nostra, forniremo stanze in cui possono vivere e un ambiente per il telelavoro”.

Aggiornato il 05 maggio 2020 alle ore 12:24