Allarme quotidiani: il Covid mangia copie

Giornali ad una svolta. Tra settembre e ottobre le imprese dell’editoria italiana sono chiamate ad una profonda riflessione. Le difficoltà derivanti dal blocco delle attività a causa del coronavirus hanno aggravato una situazione che di mese in mese sta portando quotidiani, settimanali, periodici verso il baratro. Si salvano le edizioni online ma con molti sacrifici.

I dati negativi di vendita del mese di giugno (carta più digitale) rientrano nel quadro del pessimo andamento di tutta l’attività economica. Fanno però riflettere perché non si era mai verificato nel mondo dell’editoria italiana un crollo così profondo e generalizzato. Con il segno più si trovano soltanto il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio (che ha raggiunto circa 61 mila copie giornaliere), il Giornale diretto da Alessandro Sallusti ( i due direttori più gettonati dalle trasmissioni televisive) e il Sole 24 per la sua specificità di informazione economica.

Tutto gli altri hanno registrato un calo delle vendite. Ha sofferto un po' meno degli altri il Corriere della Sera diretto da Luciano Fontana che ha utilizzato con grande dispendio di energie tutti i collaboratori big (esterni alle redazioni) compreso Walter Veltroni portato dai reportage all’editoriale. Pessimi i risultati delle due direzioni del gruppo Gedi cambiate dall’imprenditore Fca John Elkann, che ha voluto anche un nuovo amministratore delegato. I prodotti innovativi di due mesi di direzione di Massimo Giannini alla Stampa e di Maurizio Molinari a Repubblica non hanno incontrato il favore del pubblico.

“La nave affonda sempre di più” hanno scritto i componenti del comitato di redazione del quotidiano torinese i quali chiedono “una qualche strategia per non morire sulla tolda con la mano sul cuore. Senza idee, investimenti e competenze potremo soltanto contare i giorni che mancano al nostro lockdown definitivo”. I giornalisti chiedono progetti e non soltanto tagli e più presenza in redazione del direttore Massimo Giannini troppo presente in tv. Il giornale è sceso compresi gli abbonati digitali e cartacei a quota 113 mila copie.

Sconfortanti i risultati degli ultimi mesi della lunga direzione di Virman Cusenza al Messaggero, sostituito alla direzione da Massimo Martinelli il quale fin dal rientro al palazzo in via Barberini dovrebbe mettere mano a provvedimenti di rilancio dopo le consistenti perdite. Nel quadro generale la ripresa del calcio, anche se a porte chiuse, ha dato una spinta al recupero dei giornali sportivi con un balzo maggiore del Corriere dello sport (effetto Lazio e cambio di proprietà della Roma) rispetto alla Gazzetta dello sport (passato in sordina il nono scudetto della Juventus, alti e bassi dell’Inter, basso profilo del Milan, poco risalto del Torino. E’ rimasta soltanto l’Atalanta a suscitare entusiasmo tra i tifosi).

Se si analizza il numero delle copie vendute in edicola si ricava l’osservazione che gli italiani non cercano o non trovano nei quotidiani l’entusiasmo per informarsi. Per i giovani è più naturale digitare il telefonino, scorrere i titoli delle notizie e “non perdere tempo” per gli approfondimenti. Per gli anziani c’è la televisione: basta e avanza.

Come si prepara il futuro? I mesi estivi notoriamente non sono favorevoli alla diffusione dei giornali: al mare o in montagna si preferisce leggere un libro o una rivista. La chiusura degli sport (calcio relegato in qualche stadio chiuso, niente ciclismo, niente basket, quale gara di atletica o di nuoto) non sollecita l’acquisto dei giornali. Le aziende editoriali sono allora attese a grandi sfide.

Aggiornato il 24 agosto 2020 alle ore 13:59