Università, studenti favorevoli alla dad: ma l’Italia è poco digitale

La didattica a distanza nelle Università “rappresenta il futuro in un’ottica di digitalizzazione della formazione”. Ne sono certi gli studenti italiani che hanno risposto al sondaggio di Quaestiones, la community che dal 2000 raccoglie domande, appunti e pagelle dei professori per aiutare gli universitari nella preparazione degli esami. Il 67 per cento del campione intervistato, composto da iscritti alle varie facoltà delle Università italiane, si è detto favorevole alla didattica a distanza. Il motivo? Non perché le Università siano luoghi insicuri, anzi. Il 65 per cento degli studenti che hanno risposto al sondaggio pensa che le università “indossando i dispositivi di protezione personale e mantenendo le distanze” siano luoghi “sicuri”. Dell’avviso contrario il restante 35 per cento, per il quale non bastano mascherine, igienizzanti e distanziamento. Didattica a distanza che relega gli studenti universitari tra le mura domestiche. Segue le lezioni da casa il 96 per cento. Solo il 4 per cento del campione di 1200 studenti intervistati da Quaestiones preferisce la biblioteca. La dad ha svuotato i quartieri universitari delle grandi città, l’indagine lo conferma: il 64 per cento dei fuorisede, che hanno risposto al sondaggio lanciato dalla community degli universitari italiani è tornato nel comune di residenza e segue da lì le lezioni on-line.

Numerosi però gli ostacoli riscontrati nello svolgimento della didattica a distanza. Il 47 per cento degli studenti lamenta una “maggiore difficoltà nell’apprendimento”. Colpa della mancanza di un rapporto personale con i docenti (22,5 per cento) e del confronto diretto con i compagni di corso (72,5 per cento). Ma non solo: sugli studenti italiani pesa l’arretratezza digitale. Per il 40 per cento la difficoltà maggiore è rappresentata dalla “mancanza di una linea internet veloce”, una medesima percentuale rileva “la mancanza di uno spazio adeguato in cui studiare”. Per il 20 per cento l’ostacolo maggiore è rappresentato dall’utilizzo di dispositivi tecnologici obsoleti. “Anche la stabilità dei sistemi su cui girano le piattaforme su cui l’Università carica lezioni e materiali andrebbe migliorata” ha detto uno degli studenti intervistati da Quaestiones. Per un’altra studentessa, invece, sarebbero necessarie “risposte più rapide da parte dei professori”. “Preferirei che si potesse scegliere: non solo didattica a distanza ma anche in presenza, solo per chi vuole”. Infine, c’è chi opterebbe per un cambio radicale nelle lezioni: sì quelle registrate, no live.

Aggiornato il 19 gennaio 2021 alle ore 09:46