Stalingrado, dramma e vittoria della Russia contro il nazismo

Il 22 giugno 1941 l’Unione Sovietica viene attaccata dagli eserciti della Germania nazista. Inizia l’Operazione Barbarossa più volte preavvisata dai servizi segreti russi e che Stalin non prende minimamente in considerazione. Non vuole reagire alle provocazioni, concede, attende, spera in una battuta d’arresto. Il “Piccolo padre” non comprende il comportamento di un alleato con il quale ha recentemente diviso i territori della Polonia a seguito della firma di un Trattato di non aggressione fra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica firmato da Molotov e Ribbentrop il 23 agosto 1939. L’invasione della Russia è l’evento militare più rilevante della Seconda guerra mondiale. Le conseguenze sono enormi per tre motivi:

1) Rottura degli equilibri europei e ascesa della potenza degli Stati Uniti;

2) Il ricorso a strategie militari con ampio utilizzo di mezzi corazzati evoluti e appoggio aereo;

3) L’elevato costo umano con la morte di quasi ventisette milioni di russi, soprattutto fra l’inerme popolazione civile. Due milioni saranno eliminati nella battaglia Stalingrado considerata la più sanguinosa dell’intera Seconda guerra mondiale.

Le perdite umane, economiche e sociali della Russia sovietica sono state le più ingenti fra tutti i contendenti in conflitto. Le due bombe atomiche, sganciate su Hiroshima e Nagasaki dagli Usa dopo la resa del Giappone per impaurire i russi, hanno creato danni con effetti che si manifestano ancora oggi con i danni alle generazioni successive, ma con un totale di morti nettamente inferiore all’inferno di Stalingrado! La battaglia di Stalingrado causò la morte di circa un milione e mezzo di soldati dell’Asse e ben quattrocentomila civili russi dentro la città distrutta con i bombardamenti tedeschi ininterrotti per mesi interi giorno e notte.

La Wehrmacht avanza velocemente frantumando intere divisioni russe impreparate a fronteggiare un colpo così violento. I russi pagano con immense perdite umane l’obsolescenza dei mezzi corazzati, degli aerei e dell’artiglieria. Il disastro è aggravato da alti comandi sovietici impreparati e inesperti che avevano preso il posto di un’intera generazione di generali più esperti uccisi dalle purghe staliniane. La battaglia per la conquista di Stalingrado da parte delle armate naziste inizia il giorno 17 luglio del 1942 e finisce il giorno 2 febbraio 1943. La Germania ha il supporto degli eserciti di Romania, Ungheria, Croazia e Italia per un totale di un milione e ottocentomila soldati di cui un milione e duecentomila sono tedeschi.

Il Fuhrer ritiene che la presa della città abbia una durata breve e fa produrre derrate alimentari, attrezzature e armamenti per una quota parte del potenziale totale. Hitler ordina un attacco totale fino all’ultimo soldato perché non è prevista la ritirata! I suoi eserciti sono stati convinti che gli slavi sono esseri subumani da sterminare senza esitazione. Il genocidio è attuato con brutale determinazione ai danni della popolazione civile. Qualche dubbio serpeggia fra i componenti degli alti comandi che provengono dalle più importanti scuole di guerra. Nessuno però osa contraddire Hitler.

Colpire Stalingrado riveste una forte valenza simbolica perché porta il nome di Stalin, il nemico assoluto da abbattere rapidamente! La Russia deve essere distrutta e ripulita dagli slavi che la abitano operando una rapida sostituzione etnica con popolazioni germaniche. Il piano operativo è studiato minuziosamente, le truppe sono ben addestrate ed equipaggiate. Sorprende la totale trascuratezza del fattore “spazio” di cui la Russia è caratterizzata con il suo immenso territorio.

Le armate germaniche conquistano rapidamente vasti territori ma cominciano a rallentare fino ad arenarsi quando arriva il gelo del durissimo inverno russo e per la sistematica distruzione di campi coltivati e la requisizione del bestiame durante la ritirata russa sotto i colpi delle artiglierie e dell’aviazione tedesche. La tecnica della “terra bruciata” fa crollare il Lebensraum germanica impedendo all’esercito invasore l’utilizzo delle risorse naturali dei territori conquistati. Le popolazioni russe sono abbandonate a sé stesse vittime di una gravissima carestia, con moltissimi casi di cannibalismo e milioni di morti disseminati nei territori devastati.

In questo quadro apocalittico, Stalingrado deve essere rapidamente eliminata ad ogni costo. La città contesa casa per casa, corpo a corpo, coltello contro coltello, diventa una fornace enorme che brucia la vita di milioni di soldati e di civili. I piani militari di Hitler prevedono l’invasione e la distruzione. Per i russi è vitale preparare una durissima difesa contro le ondate successive delle armate tedesche. Si configura lo scontro fra due civiltà, due concezioni del mondo che si combattono per la preservazione di un simbolo, per una visione ideologica che andava ben oltre le strategie militari. Il fronte del Don viene ripetutamente occupato dalle armate guidate da Von Paulus, Von Manstein fra gli altri generali di pari preparazione operativa.

Stalin chiede ripetutamente ad inglesi e agli Usa di aprire un secondo fronte in Europa per alleggerire la pressione militare tedesca. Gli inglesi e gli Usa promettono, ma senza fretta. Vogliono lasciare all’Unione Sovietica l’onere di logorare la potenza militare nazista. Churchill suggerisce di “lasciare che Russia e Germania si scannino fra loro”. Nessuno in Europa vuole una netta vittoria dei russi e, ancora meno, quella dei nazisti! La voragine di Stalingrado continua nel frattempo a distruggere tutto e per la durata di circa sei mesi.

I sovietici si riorganizzano, fabbricano armi modernizzate, recuperano la supremazia aerea, bloccano l’avanzata nazista e iniziano a lanciare i propri eserciti alla conquista di Berlino. Le cancellerie europee e Usa si svegliano e decidono di aiutare (ma non troppo) i russi aprendo il secondo fronte. I russi diventano infine i veri vincitori della Seconda guerra mondiale. A Berlino, le donne tedesche decidono di suicidarsi in massa preferendo affogare nel fiume piuttosto che subire la feroce vendetta russa. Il Reichstag brucia, la guerra fredda sta cominciando.

Aggiornato il 15 febbraio 2024 alle ore 18:21