L’Europa in fiamme

A causa di un’estate particolarmente calda, gli incendi divampano nelle zone silvestri, in Europa. Nel caso d’alcuni boschi andati in fiamme, in Slovenia, sono intervenuti, oltre a mezzi aerei naturalmente sloveni, anche italiani, austriaci e cechi. Naturalmente, è solo uno dei tantissimi esempi di forzata collaborazione, soprattutto tra Stati membri dell’Unione europea. La cooperazione, in simili casi, è nelle cose. Quando mi andò a fuoco un’automobile, a Lungotevere Flaminio, in Roma, il tutto venne spento da un signore il quale, con una pompa da giardino, stava innaffiando i fiori sul poggiolo. Il presidente dei francesi, Emmanuel Macron, ha proposto di istituire una flottiglia supernazionale di mezzi aerei anti incendio dell’Unione europea.

La proposta non va fatta cadere, ma coltivata, poiché è nella logica stessa del processo d’integrazione europea. Jean Monnet, durante le due guerre mondiali, due fasi di un unico conflitto infra-europeo in cui venne convolto il resto della Terra, propose e attuò vaste cooperazioni infra-alleate. Poi egli riuscì a ottenere, nel 1951-52, l’istituzione della Comunità carbosiderurgica. Tutti i conflitti europei, infatti, a partire dalla Guerra franco-prussiana del 1870, erano nati dalla lotta per annettersi il bacino minerario della Ruhr, indispensabile allo sviluppo industriale tanto tedesco quanto francese. La nascita della Comunità economica generale, nel 1957, ebbe come asse portante, la necessità d’una politica agraria comune.

Questa logica venne allora estesa alla libera circolazione e alla libertà di stabilimento nella produzione e scambio di tutti i beni e servizi. Infatti, in caso di conflitto, e s’era in piena Guerra fredda, una comunità politica deve essere autosufficiente soprattutto in campo alimentare. Chi va a Siena, può ancora notare come le sue mura includano anche una zona di orti. Del resto, anche in Roma, se si va verso l’Eur, s’attraversa un’area verde prima d’arrivare alle Mura Aureliane. In caso d’assedio, se gli assediati non fossero stati in grado d’avere una certa autonomia alimentare, avrebbero dovuto capitolare subito. L’Europa occidentale, durante la Guerra fredda, in un certo senso, era sotto assedio.

Adesso è sotto assedio energetico, per la dipendenza da gas e petrolio russi in piena guerra bollente in Ucraina, ma non amo entrare in merito spacciandomi per geopolitico, come non sono. Vedo solo che, a causa del riscaldamento globale, e anche qui non entro nel tema dell’influenza del fattore umano, poiché non sono un ecologo, in senso scientifico, c’è una proposta per istituire una squadra europea di soccorso aereo, o più d’una. Questo è nella logica del processo d’integrazione nell’Unione europea: c’è una necessità comune, e si risolve in una logica supernazionale. Per questo occorre attuarla e non lasciare cadere la proposta.

Aggiornato il 27 luglio 2022 alle ore 11:50