In ricordo del brigadiere Giuseppe Ciotta

Lo scorso sabato 11 marzo, la polizia di Stato ha ricordato, nel 46° anniversario dell’uccisione, il brigadiere di Pubblica sicurezza Giuseppe Ciotta, giovane poliziotto originario di Ascoli Satriano (Foggia) insignito della Medaglia d’Oro al Merito civile “alla memoria” e della Medaglia d’Oro Vittime del terrorismo, ucciso da Prima Linea il 12 marzo del 1977 a Torino.

Il brigadiere pugliese Giuseppe Ciotta, detto “Serpico”, che a soli 29 anni aveva già lavorato con il primo Nucleo speciale antiterrorismo diretto dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e con l’Ispettorato antiterrorismo del questore Emilio Santillo, fu la prima vittima del terrorismo degli Anni di Piombo a Torino per mano di Enrico Galmozzi, killer di Prima Linea.

Alla cerimonia era presente il Questore della Provincia di Torino Vincenzo Ciarambino in rappresentanza del Capo della polizia direttore generale della Pubblica sicurezza, la vedova Michelina Carbonara Ciotta, la figlia Nunzia Ciotta, il magistrato Gian Carlo Caselli con il quale Giuseppe Ciotta aveva collaborato e Giovanni Berardi presidente dell’Associazione europea vittime del terrorismo.

Domenica scorsa, 12 marzo, ad Ascoli Satriano (Foggia), si è svolta la cerimonia di ricordo presso il monumento funebre nel cimitero locale.

Oltre ai familiari, tra cui il presidente dell’Osservatorio “Anni di piombo – per la verità storica” Potito Perruggini Ciotta, erano presenti delegati del Questore di Foggia, del comando provinciale dei Carabinieri e la dottoressa Rita Montrone presidente provinciale dell’Anps (Associazione nazionale polizia di Stato).

Il presidente Perruggini ha sottolineato “l’importanza di questi momenti di memoria con la speranza che un giorno possano essere vissuti anche con la partecipazione di coloro che questo dolore lo hanno causato ma di cui ne sono sinceramente pentiti. L’auspicio è che finalmente si possa concretizzare il disegno di riconciliazione nazionale andando oltre gli anni di piombo, che restano una zavorra per il Paese Italia.”

Significativo l’approfondimento storico del giudice Armando Spataro che definì i terroristi di Prima Linea “cretini”, spiegando il perché. “Nelle rivendicazioni dimostravano a volte nemmeno di sapere il ruolo e le funzioni di chi avevano ucciso, rivelando così un’agghiacciante superficialità, un velleitarismo criminale che ci lasciò in allora sbigottiti”.

Enrico “Chicco” Galmozzi, uno dei killer di Prima Linea condannato per l’omicidio di Giuseppe Ciotta e di Enrico Pedenovi, non sapeva nemmeno chi fosse una delle sue vittime.

Difatti fu rivendicata l’uccisione del brigadiere di polizia Giuseppe Ciotta in una telefonata all’Ansa: “L’esecuzione del carabiniere di stamattina è stata fatta dalle Brigate Combattenti, vi preghiamo di non fare confusione con le Brigate rosse”. Ma non è un carabiniere, risponde il cronista. “Sì, quell’agente del servizio di sicurezza”. No, non è del servizio di sicurezza, è dell’Ufficio politico della Questura. “A noi risultava diversamente. E comunque è sempre un nemico di classe... seguirà comunicato”.

Aggiornato il 14 marzo 2023 alle ore 13:22