I compiti non hanno mai ammazzato nessuno, semmai il contrario

Non c'è una legge che impone di fare i compiti a casa per forza, ma è certamente consigliato. Tra genitori e insegnanti c'è un tacito accordo, un antico patto di corresponsabilità , col quale ci si impegna a rispettare reciprocamente di fare il proprio dovere. Ciò vuol dire che gli insegnanti devono rendere il prima possibile gli alunni indipendenti nello studio, anche se piccoli. A casa i genitori si impegnano quantomeno a vigilare, a creare un ambiente sano per cui i bambini possono concentrarsi e se serve osare un piccolo supporto. Studiare da soli e senza la guida dei genitori dovrebbe essere il vero obiettivo, perché solo facendo errori da soli si impara. Purtroppo la maggior parte dei genitori di oggi non ha una scolarizzazione tale da essere in grado di spiegare matematica o storia e questo probabilmente per qualche mamma o papà può essere frustrante. Molti non hanno pazienza, oppure il tempo. Molti genitori non ci sono e basta. Chi invece c'è, è in grado e può, dovrebbe solo motivare, spronare ed intervenire solo se ci sono problematiche dell'apprendimento o più gravi. 

I docenti, con tutti i disagi che vivono dal trattamento economico alle classi numerose, per la carenza del personale, o la presenza di un gran numero di bambini con particolarità o disabilità anche non certificate, o a causa della mancanza degli insegnanti di sostegno, nonostante tutto svolgono con passione il loro compito, insieme a tante altre attività collaterali: in molte scuole portano avanti progetti di teatro, pittura, sport, mindfulness, musica. La scuola, come nella sanità per i medici, gli infermieri, gli Oss, si regge sulle spalle degli insegnanti di classe comune, degli insegnanti di sostegno, degli Oepac e dei bidelli, che ogni giorno sono presenti ad occuparsi dell'istruzione, della pulizia e del decoro degli ambienti dove bambini e ragazzi passano molte ore al giorno della loro vita, preparandosi a diventare gli uomini e le donne di domani. 

Insegnare ai propri figli ad ottimizzare il tempo è soprattutto compito dei genitori. Il concetto di “responsabilità” non è facile da interiorizzare per gli studenti, ma neanche per i genitori, che generalmente lo associano all'idea della colpa e non al risultato che si può ottenere se ci si impegna con un minimo di organizzazione. È molto più facile dare la colpa a fattori esterni quando non si riesce, attribuire agli insegnanti fantomatiche antipatie, od incapacità e indisponibilità. Tipici atteggiamenti per deresponsabilizzassi, accampare scuse, con se stessi e con gli altri, per giustificare i propri comportamenti manchevoli. Le famiglie sono in crisi, ma i professori che c'entrano? 

@vanessaseffer

Aggiornato il 21 marzo 2023 alle ore 18:49