Le sociologie per il giornalismo investigativo e le nuove tecnologie per i cyber crimini

Consapevole dei gravi danni che la criminalità organizzata procura ai cittadini, all’economia e all’immagine stessa della regione Campania in Italia e nel mondo, e conferendo grande importanza all’opposizione alla Camorra che il giornalismo d’investigazione può generare nella società, la presidenza della Commissione Anticamorra e Beni confiscati del Consiglio regionale della Campania ha deciso di premiare giornalisti ed operatori della comunicazione che abbiano svolto opera di contrasto all’invisibilità di crimini e modalità criminose, talvolta ignote alla gran parte dell’opinione pubblica.

In accordo con l’Associazione nazionale sociologi – Dipartimento Campania, ha dunque istituito il premio “Le Sociologie per il giornalismo investigativo e sociale – ispirato a Robert Ezra Park” per i giornalisti che abbiano svolto inchieste su problematiche di forte impatto sociale. Ieri, presso la sede del Consiglio regionale della Campania, Sala “Caduti di Nassiriya”, al Centro direzionale, si è svolta l’importante manifestazione e premiazione che ha visto la presenza di numerose personalità politiche, associative, accademiche e la partecipazione del Consolato generale degli Stati Uniti d’America con il capo della Sezione Politica ed economica, il consigliere Charles Lobdell.

Consapevole dei gravi danni che la criminalità organizzata procura ai cittadini, all’economia e all’immagine stessa della Campania in Italia e nel mondo, e conferendo grande importanza all’opposizione alla camorra che il giornalismo d’investigazione può generare nella società – ha dichiarato la presidente della Commissione speciale Anticamorra e beni confiscati, Carmela Rescigno – abbiamo deciso di premiare giornalisti e operatori dell’informazione che abbiano svolto opera di contrasto alla invisibilità di crimini e modalità criminose, talvolta ignote alla gran parte dell’opinione pubblica. Per questo, in accordo con l’Associazione nazionale sociologi della Campania abbiamo deciso di istituire il premio”.

L’occasione è stata utile anche per riflettere sui “Legami tra tecnologia e crimini informatici”, con una specifica relazione del professore Mario Migliuolo, presidente di Crisalide Competence Centre, una rete d’imprese e centro di competenze tecnologiche, utile per gli imprenditori, gli incubatori e i professionisti che intendono capitalizzare le opportunità offerte dalla transizione digitale e sostenibile. Peraltro, il cybercrime è la sfida attuale e prevalente alle economie digitali e alla società nel suo complesso. L’incessante sviluppo tecnologico legato all’informatica e alla rete internet ha generato il proliferarsi di nuove condotte penalmente rilevanti, che sono state oggetto di studio e di dibattito nella comunità scientifica. Da un lato gli strumenti informatici hanno consentito di porre in essere con modalità nuove e diverse fatti già costituenti reato; dall’altro essi hanno generato veri e propri fenomeni criminali che, ledendo beni giuridici meritevoli di tutela, hanno indotto il legislatore ad introdurre nuove e specifiche fattispecie penali incriminatrici. Non v’è dubbio che il progresso tecnologico abbia costituito una vera e propria rivoluzione nello sviluppo e nella circolazione delle informazioni e del sapere. I rischi e i danni informatici fanno sempre più paura e durante la crisi sanitaria l’attenzione è fortemente cresciuta proprio per il crescente utilizzo di tecnologie digitali sia in ambito individuale sia d’impresa.

Non è un caso che, nel momento di picco della prima ondata di lockdown nell’aprile 2020, le agenzie di sicurezza internazionali hanno registrato un incremento del 300 per cento e che gli incidenti di ransomware siano diventati più gravi poiché prendono sempre più di mira le grandi imprese con attacchi sofisticati e ingenti casi di estorsione. Anche la nostra Penisola è soggetta ad importanti e continui attacchi informatici e viviamo il fenomeno con una minore consapevolezza rispetto ad altre economie più avanzate, causata anche dalla scarsa informazione e dalla mancanza di campagne divulgative e informative da parte dei media su casi di crimini informatici che hanno colpito note e importanti aziende italiane.

Aggiornato il 31 marzo 2023 alle ore 13:37