La Fondazione Rotary e le nuove dinamiche alimentari della Tunisia

La cooperazione alimentare, l’accesso democratico al food, la sostenibilità dei processi produttivi e la tutela dell’ambiente sono i pilastri dell’azione di un importante progetto di microeconomia a protezione e sostegno della biodiversità nei territori di appartenenza denominato Grani Antichi della Tunisia e finanziato dalla Fondazione Rotary.

A questo progetto hanno lavorato assieme i Rotary Club: Latina, Roma Cassia e Tunis Méditerranée in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e due associazioni tunisine, l’associazione Slow Food Tebourba e l’associazione Irada per la famiglia rurale e le artigiane. Il progetto è stato presentato, per la prima volta, all’Expo di Milano il 19 settembre 2015 e a questa presentazione ne sono seguite altre due: una a Roma il 10 novembre 2015 ed una a Latina l’8 febbraio 2016. A novembre del 2016 è iniziata la fase operativa con la prima missione di Giuseppe Bonifazi e Franz Martinelli e la firma del protocollo di avvio del progetto, nel corso della conviviale del 2 novembre con il Rotary Club Tunis Méditerranée. 

Al centro dell’attività i cereali, in particolare il grano duro, che sono una componente fondamentale dell’agricoltura e dell’alimentazione tunisina. In Tunisia, i prodotti alimentari derivati come il cous cous, il pane e la pasta sono associati a rituali di comunione e condivisione che conferiscono al grano forti valori simbolici e comunitari. Purtroppo molte delle varietà tradizionali sono andate perse, sostituite da altre più produttive ma meno nutrienti, che richiedono un importante apporto di concimi chimici a discapito del suolo e dell’intero ecosistema. Alcune varietà autoctone sono tra le più antiche della regione, ma gli agricoltori che ancora la coltivano, su piccoli appezzamenti in zone collinari o in declivi non facilmente accessibili ai mezzi meccanici, sono pochissimi. Nel nord della Tunisia, nelle alture comprese tra Tebourba, Nefsa, Jendouba, el Kef, Siliana e Zaghouane, si possono ancora trovare fattorie che coltivano, selezionano e custodiscono alcune varietà tradizionali di cereali, insieme a uliveti, legumi, ortaggi, api e piccoli allevamenti.  

Il progetto della Fondazione Rotary ha avuto come obiettivo quello di promuovere i grani antichi tunisini (mahmoudi, shili, biskri, ecc..), attraverso la valorizzazione di tutta la filiera: i piccoli agricoltori, che ancora seminano queste varietà tradizionali di grano duro e le trasformatrici che ne fanno prodotti ad alto valore aggiunto, come il borghul, il couscous, il pane e le paste della tradizione gastronomica tunisina. Grazie alla Sovvenzione Globale della Rotary Foundation, i beneficiari del progetto sono stati Slow Food Tebourba Association, di cui fanno parte una decina di piccoli produttori di grani antichi e l’associazione Irada per la famiglia rurale e le donne artigiane, che raggruppa 300 donne rurali, che si occupano della trasformazione del grano secondo i metodi tradizionali (lavorazione a mano ed essiccazione al sole).

Tra i protagonisti attivi del progetto il Rotary Club Roma Cassia e l’associazione i Rotariani per i Giovani del Mediterraneo, denominata Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, che hanno lavorato con l’obiettivo di aiutare i giovani tunisini e italiani a lavorare in network, attraverso la riscoperta delle tradizioni legate alla coltivazione e le tecniche colturali ad esse associate, alla produzione del grano antico e indirizzandoli verso un cammino di pace e di produttività.

Il progetto sui Grani antichi della Tunisia, che ha voluto attivare una micro-economia locale, dando il giusto riconoscimento al lavoro agricolo e alla trasformazione artigianale delle comunità, salvaguardando la biodiversità, il territorio e la cultura locale, è una grande scommessa in quanto la produzione di qualità dei grani antichi è spesso non sostenibile a causa degli elevati costi e la regione registra l’annoso problema delle sovvenzioni legate al pane e la scarsa produzione nazionale di grano che stenta a soddisfare i bisogni di consumo.

L’interruzione delle importazioni di grano duro, diminuite del 30 per cento nei primi cinque mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, a causa della mancanza di liquidità economica, dell’incapacità dell’agenzia del grano di finanziare esigenze del mercato e la difficile situazione climatica della Tunisia, caratterizzata da una forte siccità, ha inciso pesantemente sulla produzione di grano duro, che si attesta a un milione di quintali, ovvero appena il 19 per cento del fabbisogno del mercato.

Analisi che aiutano a comprendere l’importanza di recuperare le tradizioni e i valori legati ai grani antichi e ciò può avvenire solo con un intervento politico nazionale ed internazionale che aiuti gli agricoltori locali a superare le problematiche economiche e i costi per l’ammodernamento delle tecnologie di produzione e di coltivazione.

Aggiornato il 07 settembre 2023 alle ore 15:50