Medicina a Km 0

L’ospite di questo mercoledì di Medicina a Km 0 è il professor Emanuele Nicastri, direttore della Divisione di Malattie infettive ad elevata intensità di cura dell’Istituto Lazzaro Spallanzani e docente di Farmacologia all’Unicamillus.

Abbiamo parlato con lui, nella videointervista all’interno dell’articolo, della Dengue. Gli abbiamo chiesto se questa malattia virale rappresenta al momento un pericolo per il nostro Paese, come si presenta e cosa dobbiamo fare per scongiurare preoccupazioni maggiori. La Dengue è prevalentemente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo, in particolare Centro e Sud America, Caraibi, Isole del Pacifico, alcune zone del Sud-Est Asiatico e dell’Africa e subcontinente indiano, ma recentemente si sono registrati alcuni casi in Europa e Australia. L’infezione si contrae per la puntura di zanzara Aedes albopictus, che punge durante il giorno, prevalentemente la mattina presto e verso il tramonto. Il suo habitat ideale è vicino a luoghi con acqua stagnante come vasi, pozzi, serbatoi. 

A stare attenti perlopiù coloro che devono viaggiare per lavoro, come le persone che lavorano nelle ambasciate, diplomatici, incaricati istituzionali, militari, chi lavora nell’import-export, assistenti di volo, fotoreporter, accompagnatori turistici, personale delle navi da crociera, fruit picking, animatori turistici, medici.

Ma la zanzara infetta che può trasmettere il virus può viaggiare a bordo di navi o aerei, pertanto un’azione di disinfestazione preventiva, regolare e attenta, aiuterebbe nel limitare una diffusione maggiore di questo insetto specialmente in certi periodi dell’anno. Favorita dalle condizioni climatiche, la zanzara prolifera facilmente ed è ormai presente in gran parte d’Europa. In alcune aree del nostro Paese sono stati segnalati dei casi già notificati all’Istituto Superiore di Sanità non solo di Dengue importati da altri Paesi ma anche autoctoni. 

“Se una persona infetta viene punta da un’altra zanzara questa può trasmettere il virus ad altre persone che si ammalano pur non essendo mai state nelle zone endemiche per l’infezione da Dengue ‒ ha spiegato il professor Nicastri ‒ I sintomi si presentano dopo 5/6 giorni con febbre associata ad altre manifestazioni. La malattia non è fatale, specialmente se presa la prima volta”.

Esiste un vaccino abbastanza efficace (Dengvaxia) che però può essere somministrato a soggetti che abbiano già contratto almeno una volta la malattia e persone in età fra i 9 e i 45 anni. Il rischio di complicazioni da Dengue è maggiore nelle infezioni successive alla prima. Il vaccino viene somministrato in tre dosi a sei mesi di distanza. La durata della protezione non è esatta perché disponibile da pochi anni, ma non inferiore a sei anni. 

Aggiornato il 27 marzo 2024 alle ore 19:33