Ospitiamo il dottor Aldo Di Blasi a Medicina a Km 0. Il segretario regionale Anaao-Assomed del Lazio, radiologo, chiarisce nel video all’interno di questo articolo i fatti in merito alla “graduale” riapertura dell’Ospedale San Giovanni Evangelista, nel quale ricordiamo era scoppiato un grave incendio nella notte fra l’8 e il 9 dicembre scorso in cui avevano perso la vita tre pazienti anziani, mentre altri 200 ricoverati erano stati sfollati in fretta dai Vigili del fuoco e dagli stessi operatori sanitari, che ad oggi non hanno ancora ricevuto un adeguato riconoscimento per la celerità e la prontezza dei soccorsi. Sembra, infatti, che molti di loro abbiano portato in braccio e in spalla molti dei pazienti per portarli in salvo.

Dopo un cambio al vertice della Asl Roma 5, mesi di lavori di ristrutturazione e la magistratura che sta ancora indagando, riaprono i reparti di nefrologia, medicina, radiologia, psichiatria, immunoematologia e medicina trasfusionale.

Rientrati i medici dislocati temporaneamente presso altre strutture ospedaliere della Capitale, il segretario Anaao ha lodato l’attuale commissario straordinario, la dottoressa Silvia Cavalli, che sta svolgendo con competenza il suo lavoro accogliendo e ascoltando tutte le parti in causa. 

L’Ospedale San Giovanni Evangelista è un Dipartimento di Emergenza urgenza e accettazione (Dea) di I livello che serve un’area vastissima che va dai confini dell’Abruzzo fino a Frosinone, per un totale di 70 paesi. Significa che abitualmente si svolgono i servizi vitali “previsti dalla programmazione della rete ospedaliera”. 

Prossimo passo sarà il potenziamento della Rete ictus e dell’Unità di trattamento neurovascolare, poi il rafforzamento dell’oncologia, che necessita di personale con estrema urgenza e da tempo, nonostante fosse sotto gli occhi di tutti; non ultima per importanza la radiologia, coinvolta in prima linea dal Pronto soccorso in poi.

Di Blasi ha sottolineato l’importanza dell’età di molte delle nostre strutture ospedaliere. Ad esempio, il palazzo dove risiede l’Ospedale di Tivoli in buona parte è del Seicento, dunque un palazzo storico. Probabilmente per accogliere le nuove tecnologie (videoterminali per la telemedicina), i nuovi macchinari, i rifiuti, i trasporti, movimentazioni dei carichi, e per mettere a norma secondo gli attuali standard di sicurezza, servono strutture nuove. 

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, nell’ambito dell’edilizia sanitaria, aveva diffuso una nota in gennaio che evidenziava di aver sbloccato l’intervento per la realizzazione del Not, il Nuovo Ospedale Tiburtino, con 392 posti letto a fronte dei 261 dell’attuale vecchio ospedale di Tivoli, con uno stanziamento di 204 milioni di euro (194 a carico dello Stato, 1,5 mln a carico della Regione e 8,7 mln per la progettazione).

“Ma magari! Mi piacerebbe non si trattasse della solita propaganda politica!”, ha dichiarato Di Blasi senza mezzi termini. 

Aggiornato il 08 maggio 2024 alle ore 13:35