Facebook dà il via ad Instant Articles

Il 13 maggio 2015 è stato una sorta di D-day, ovvero la data di inizio della nuova diretta collaborazione tra il colosso dei social network, Facebook, e una serie di editori di testate giornalistiche, tra cui svetta, in primis il “New York Times”.

Il nuovo progetto, che già nelle passate settimane aveva fatto parlare di sé, continua a destare reazioni contrastanti. Da una parte si schierano gli entusiasti che intravvedono in questa nuova partnership il vero espletarsi della realtà 2.0, in cui vecchi e nuovi media si fondono per rendere più facile, piacevole e veloce l’esperienza dell’utente-fruitore. Dall’altra sono posizionati i detrattori, o forse sarebbe meglio dire gli scettici, gli affezionati al giornale cartaceo che stentano a concepire un nuovo modello di fruizione delle informazioni e che mostrano preoccupazione per la effettiva redditività – per gli editori, non certo per Facebook – del nuovo business. Lo stesso ex manager del New York Times ha manifestato chiaro scetticismo. Vivian Schiller ha infatti sostenuto che l’accordo di partenariato ha rappresentato una sorta di passaggio obbligato, dal momento che i lettori sono ormai “residenti” su Facebook – che annovera, tra l’altro, 1,4 miliardi di utenti al mondo – e che il business model tradizionale non è più tanto sostenibile. Ciò nonostante non ha nascosto un qual certo timore di perdere il controllo del prodotto, ovvero dei contenuti. Il punto cruciale sta nel fatto che Facebook basa la visibilità dei propri contenuti su di un algoritmo, come del resto anche Google. L’algoritmo cambia in continuazione e quindi è facile passare dalle “stelle alle stalle”, in termini di visibilità (e redditività), in men che non si dica. Con tutte le conseguenze in termini di business. In argomento si segnala che ancora non sono state diffuse informazioni attendibili sulla revenue sharing tra la piattaforma social e gli editori.

“Instant Articles” rappresenta quindi agli occhi dei più un esperimento interessante, ma che necessita di una attenta valutazione. Ma torniamo al nome… Le testate giornalistiche che hanno sottoscritto l’accordo (al momento 5) daranno il via alla pubblicazione dei propri articoli direttamente su Facebook. Questo consentirà ai lettori – non più costretti ad accedere ai contenuti attraverso link che farebbero loro perdere la bellezza di 8 secondi (!) – di poter leggere le news in meno di un secondo, precisamente in 0,8 secondi… Da questo la denominazione di “articoli istantanei”. Ovviamente il progetto è stato pensato soprattutto per una fruizione dei contenuti tramite smartphone, dove il cliente è più sensibile all’immediatezza nell’accesso alle informazioni.

Se gli editori più “vecchi” mostrano più preoccupazione che entusiasmo, il giovane partner BuzzFeed, testata nata meno di un decennio fa (2006), esulta. Una visione evidentemente più postmoderna del giornalismo consente loro di scindere i contenuti dalla testata di appartenenza in un ambiente più fluido, in cui i pezzi contano “di per sé”, indipendentemente dalla piattaforma in cui vengono fruiti. I responsabili di BuzzFeed ritengono semplicemente che, anche nel nuovo scenario, vada ribadita la centralità dell’utente – che deve sperimentare una fruizione soddisfacente – e venga garantito un modello di business solido per le testate che hanno scelto di aderire.

Una cosa è certa, preoccupazioni degli editori a parte. Nella “guerra tra giganti” che si consuma in Rete, il nuovo progetto di Facebook rappresenta una seria minaccia nei confronti di Google. Fornire un servizio di news diretto ed immediato, annoverando già la collaborazione di prestigiosi gruppi editoriali di tutto il mondo, rappresenta una concreta minaccia di cannibalizzazione del web da parte di Palo Alto rispetto a Mountain View. Attenderemo con ansia gli ulteriori sviluppi...

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:55