Squid Game: rischio emulazione per i più giovani

Il 14 ottobre, dalle colonne de l’Opinione, è stato annotato il successo senza precedenti per “Squid Game”, serie tv sudcoreana che ha registrato il lancio più visto di sempre su Netflix. La trama? Persone emarginate messe l’una contro l’altra nei tradizionali giochi per bambini. Ma di divertimento non c’è nemmeno l’ombra, perché la “scelta è forzata”: vivi o muori. Una lotta per la sopravvivenza con in palio 46 milioni di won coreani, ovvero quasi 33 milioni di euro. Adesso Identità digitale ha parlato degli effetti che proprio Squid Game può avere sui telespettatori più giovani.

Helene Pacitto, Ceo di Identità digitale, ha raccontato: “Le conversazioni in rete legate ai temi di “Squid Game” negli ultimi 30 giorni hanno dei volumi enormi, parliamo di pressappoco 25 milioni di interazioni legate a circa 4,5 milioni di post sul tema. Il sentiment è per il 39,2 per cento negativo, per il 12,4 per cento positivo e per il resto neutro”. E ancora: “Le fasce di età più giovani sono molto portate a trarre ispirazione dai propri social e tenendo presente che per gli italiani sono un grande palcoscenico dove solamente il 12 per cento è autore e il 48 per cento spettatori, abbiamo un buon 40 per cento di interlocutori che definiscono i trend, le challenge, le mode”.

Pacitto, inoltre, ha notato: “C’è un dato che però è sottovalutato da tutti. YouTube, dopo un crollo negli anni passati, è tornato nelle top tre dei social posizionandosi al secondo posto con un +89 per cento degli utilizzatori nel 2020. È il secondo social più usato in Italia dopo Facebook, che registra il primato al 90 per cento. Ed ecco che ci vuole pochissimo a capire che se anche molti ragazzini non hanno accesso alla serie su Netflix, possono tranquillamente venire a conoscenza delle “scene più sconvolgenti di Squid Game” dall’account ufficiale Netflix su YouTube che in appena 5 minuti racchiude il peggio che si possa immaginare”. In più Squid Game “è richiamato dalle parodie di noti Youtuber, ma anche dai video prodotti per bambini con le varie demo di “Minecraft” o “Fortnite”. Insomma, un circolo vizioso dal quale sembra difficilissimo uscire”.

Pacitto, infine, ha parlato de “gli episodi di violenza che sono stati denunciati nelle ultime settimane”. Episodi che “sono sempre più in crescita soprattutto nelle scuole primarie”. Non solo: “Ci si domanda come sia possibile, visto che Netflix ha messo subito le mani avanti con un “Vm 14 (vietato ai minori di quattordici anni)” che però non ha impedito ai più piccoli di guardare la serie o parte delle scene più cruenti portandoli quindi a questa emulazione pericolosissima”.

Un successo per Squid Game ma al tempo stesso i “nativi digitali che non hanno la capacità di analizzare con uno sguardo freddo e distante questa serie che diventa quindi tanto discussa, tossica e temuta per la violenza che sta portando tra i più piccoli, con episodi di bullismo verbale e fisico”.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 11:05