Arricchire l’arte povera: “Floors” di Luca Lionello

Fare quadri e piccole sculture trovando oggetti per strada, fotografandoli, abbellendoli e mettendoli al sicuro in quel luogo “altrove” che è implicito nella pittura. Ovvero “arricchire l’arte povera”.

Il lavoro e la ricerca di Luca Lionello, in mostra fino a sabato 28 gennaio presso la Galleria Canova22 – sita nell’omonima strada vicino a Piazza del popolo e all’omonimo numero – sono tra i più interessanti e, purtroppo, fino ad adesso abbastanza ignorati che si siano visti a Roma da un bel pezzo. La mostra si chiama infatti “Camminare la Terra” (con una selezione di opere dal cicloFloors – Un Museo dell’Insignificante”) perché Lionello, “figlio d’arte” del grande attore teatrale e cinematografico degli anni Sessanta e Settanta, Alberto, ci tiene a fare sapere di avere sempre avuto un rapporto particolare con gli oggetti ritrovati per terra. Ritrovati camminando per le strade della sua vita.

Da quando da piccolo uscendo da una macchina e dando un distratto “calcetto” a quella che sembrava una pietra in realtà ritrovò un topazio di 40 carati, che ancora conserva. Lionello, che vive tra la Florida, Capri e Roma, trova i propri soggetti e oggetti artistici semplicemente passeggiando e ascoltando audiolibri come Le metamorfosi di Ovidio, L’Iliade e L’Odissea

Questi oggetti – lui ci tiene a fare sapere che camminando continuamente per strada si può trovare di tutto – ricordano, nella successiva ricerca elaborativa, la cosiddetta arte povera di Jannis Kounellis e persino i “Ready-made” di Marcel Duchamp.

Ma Lionello ci mette un di più: li arricchisce con la fotografia e poi con i colori che mette sulla tela dopo avere fotografato i pavimenti su cui ha girovagato. Oppure mette altri oggetti piccoli e apparentemente insignificanti, piccoli serpentelli schiacciati dalle macchine nella primavera di Miami, e persino residui di lamiere forse derivate da incidenti stradali, sotto una resina e magari dentro dei contenitori che li arricchiscono fino a farne delle bellissime e molto significative sculture. Piccole o grandi che siano. Il consiglio, quindi, è di recarsi sabato alla cerimonia di “finissage” della mostra che proprio quel giorno verrà smontata dall’artista in galleria per non perdersi qualcosa di veramente unico se non si ha avuto la fortuna e la prontezza di riflessi di godersi l’intera mostra nei giorni precedenti.

(*) Nella foto in alto: Svanire

(*) Nella foto in basso: Serpi elettriche

Aggiornato il 27 gennaio 2023 alle ore 10:24