I 75 anni di Israele: un traguardo importante per lo Stato ebraico

In occasione dell’anniversario della fondazione dello Stato di Israele, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha inviato un messaggio al capo dello Stato Isaac Herzog asserendo “che la difesa della libertà di Israele è la difesa della nostra libertà”. Una dichiarazione forte che ha suscitato le reazioni alquanto fuori luogo dell’autorità palestinese, rispedite prontamente al mittente dalla presidenza europea. Il significato di queste frasi è profondo e conferma una grande verità storica: lo Stato ebraico è un “pezzo” d’Occidente trapiantato in Asia. I valori della democrazia e della libertà, gli ideali del pluralismo, non sempre presenti nel mondo arabo, hanno trovato dimora in un giovane Paese nato dalla caparbietà del fondatore del sionismo: Theodor Herzl: “Se ci crederete non sarà un sogno”. E il sogno trova la sua concreta realizzazione nella risoluzione dell’Onu 181 del 29 novembre 1947 nella quale le Nazioni Unite sanciscono la nascita di due Stati distinti: uno ebraico, l’altro arabo-palestinese. I palestinesi rifiutano la decisione dell’Onu così come tutto il mondo arabo, nonostante ciò il 14 maggio 1948 avviene la proclamazione dello Stato ebraico. David Ben Gurion, l’uomo che riteneva il miracolo un atto di realismo, crea un colore nazionale ebraico. Le porte del giovane Stato si aprono a tutti gli ebrei perseguitati. I Paesi arabi dichiarano subito guerra a Israele dando inizio al primo conflitto che determinerà la vittoria schiacciante dello Stato ebraico.

Nel corso dei decenni Israele ha assorbito milioni di immigrati, pur mantenendo un livello di crescita economica di circa il 10 per cento annuo. Un’economia solida con un reddito nazionale lordo di 412,6 miliardi di dollari, con esportazioni che costituiscono il 40 per cento del Prodotto interno lordo. Un Paese progredito nel campo scientifico, medico ed economico (con un industria high-tech al top). La scoperta di gas naturale ha reso Israele indipendente sotto il profilo energetico e anzi dal 2020 lo Stato ebraico esporta gas in Egitto e Giordania. Oggi la sfida più grande è quella della pace: gli accordi di Abramo hanno dato un ottimo impulso al dialogo arabo-israeliano ma manca l’accordo con i palestinesi. Un passaggio cruciale per assicurare un vero futuro alle nuove generazioni. Speriamo siano vere le parole del grande Benjamin Disraeli: “Tutte le grandi cose sono state fatte da piccole nazioni”.

Aggiornato il 13 maggio 2023 alle ore 12:38