L’asse nucleare tra Nord Corea e Russia si rafforza

Quindici anni di sforzi delle Nazioni Unite per monitorare efficacemente l’applicazione delle sanzioni alla Corea del Nord sui suoi programmi nucleari e missilistici balistici sono stati minati dal veto russo durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 28 marzo. Il veto ha bloccato l’estensione annuale del gruppo di esperti incaricato dalle Nazioni Unite di monitorare il rispetto delle sanzioni imposte alla Corea del Nord. Il veto della Russia non metterà fine al regime di sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord. Il veto ha fatto seguito alla visita di tre giorni a Pyongyang di Sergei Naryshkin, capo del Servizio informazioni estero (Svr) della Russia. La combinazione dei due eventi illustra quanto velocemente le relazioni tra i due Paesi siano migliorate, come la Russia abbia cambiato la sua concezione dei propri interessi di sicurezza e quanto Putin sia a suo agio nel minare i pilastri della stabilità globale.

Il nuovo asse degli autocrati

Naryshkin è stato solo l’ultimo funzionario russo di alto rango a visitare la Corea del Nord. Le visite diplomatiche della Russia in Corea del Nord sono iniziate nell’estate del 2023 alla ricerca di nuovi partner per superare il continuo isolamento internazionale e la frustrazione sul campo di battaglia in Ucraina. La Corea del Nord, che sta sperimentando crescenti tensioni con Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, risultato diretto di un numero record di test missilistici nel 2022, ha ricambiato con entusiasmo le aperture della Russia. Il primo contatto ad alto livello tra i due Paesi è iniziato a luglio, con l’incontro del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu con i leader nordcoreani a Pyongyang. La visita ha segnato la prima volta in trentadue anni che un ministro della Difesa russo ha visitato la Corea del Nord. A settembre è seguita una visita del leader nordcoreano Kim Jong-un per incontrare Vladimir Putin nell’Estremo Oriente della Russia. Numerose ulteriori visite di delegazioni di alto livello sono seguite, inclusa una visita del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in Corea del Nord nell’ottobre e un incontro tra Putin e il ministro degli Esteri nordcoreano Choe Son Hui a Mosca nel gennaio 2024.

Scambio di armi e tecnologia

Dalle loro corrispondenze ad alto livello si sono accumulate prove dell’assistenza tecnica russa alla Corea del Nord e di ingenti spedizioni di armi nordcoreane alla Russia. Alcune stime suggeriscono che le aperture della Russia alla Corea del Nord hanno portato alla ricezione di ben tre milioni di proiettili di artiglieria dalla Corea del Nord, equivalenti al valore di un intero anno di produzione di proiettili russi al ritmo attuale. La Corea del Nord ha anche armato la Russia con altri importanti sistemi d’arma, in particolare la propria variante di missili balistici a corto raggio, l’Hwasong-11. Il numero totale di questi missili forniti non è ancora chiaro, ma alcuni rapporti indicano che la Russia abbia lanciato almeno venti di questi missili contro l’Ucraina dal dicembre 2023. Altri missili nordcoreani sono probabilmente in arrivo. Il veto russo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato preceduto da voli notturni non divulgati tra Vladivostok e la Corea del Nord il 21 marzo da parte di aerei cargo Antonov An-124 del Governo russo collegati a precedenti spedizioni di missili balistici.

Ciò che la Corea del Nord ha ottenuto in cambio dalla Russia è meno chiaro. La decisione della Russia di indebolire il regime di sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord ha reso più urgente comprendere questo aspetto della cooperazione. Alcuni recenti indicatori sono a dir poco preoccupanti. Suggeriscono che la Russia abbia iniziato a fornire assistenza tecnica alla Corea del Nord per far avanzare i suoi programmi missilistici. A novembre, appena due mesi dopo la visita di Kim in Russia, la Corea del Nord ha completato con successo il primo lancio di un satellite spia di fabbricazione nazionale. Un mese dopo, Kim ha annunciato tre ulteriori lanci di satelliti spia nel 2024. A gennaio, la Corea del Nord ha testato il nuovo sottomarino Pulhwasal-3-31 lanciando missili da crociera nel Mar del Giappone mentre le navi da guerra russe sorvolavano le isole giapponesi più meridionali. La recente attività insolita presso la stazione di lancio satellitare di Sohae suggerisce che il prossimo lancio del satellite potrebbe avvenire in questo mese, un mese di festività importanti in Corea del Nord.

Gli esiti più pericolosi

Il programma di sanzioni delle Nazioni Unite è stato implementato per creare grossi ostacoli allo sviluppo da parte della Corea del Nord di armi nucleari avanzate e di piattaforme di lancio. Il grande timore suscitato dal veto della Russia è che esso possa seguire il percorso dei recenti gesti simbolici e segnalare direttamente l’intenzione di cooperare in modo più diretto su aree più sensibili dello sviluppo degli armamenti della Corea del Nord. Strateghi russi aggressivi come Sergei Karaganov hanno recentemente avanzato l’idea che una certa proliferazione nucleare potrebbe essere accettabile per creare un mondo multipolare se gestita in modo “proattivo”. Non è chiaro quale assistenza allo sviluppo delle armi la Russia sia disposta a offrire, ma un percorso particolarmente pericoloso che potrebbe intraprendere comporterebbe la fornitura di cooperazione tecnica su sistemi di lancio per armi nucleari. Una tecnologia che soddisfa questi criteri potrebbe essere la Mirv (Multiple Independently Targetable Reentry Vehicles), attraverso la quale un singolo missile balistico intercontinentale nordcoreano sarebbe in grado di lanciare una serie di piccole testate nucleari indipendenti contro una serie di obiettivi diversi contemporaneamente. Se sviluppati, i Mirv degraderebbero rapidamente la capacità degli Stati Uniti di difendersi da un attacco nucleare nordcoreano sul territorio americano. Sondare le debolezze del sistema di alleanze americano potrebbe essere un ulteriore obiettivo che la Russia sta esplorando nella sua rinnovata cooperazione con la Corea del Nord. I parlamentari della Camera dei rappresentanti Usa, che da mesi stanno bloccando il rifinanziamento degli aiuti all’Ucraina, dovrebbero prendere in seria considerazione il fatto che questo crescente isolazionismo – nel medio termine – avrà conseguenze devastanti anche per gli Stati Uniti.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 17 aprile 2024 alle ore 09:41