La scuola chiusa per il Ramadan, “vicenda sconcertante”

Pioltello è un Comune lombardo che super i 36mila abitanti. Questo spicchio di mondo, però, negli ultimi giorni è al centro delle cronache. Il motivo è legato alla scelta di una scuola di chiudere nel giorno di fine del Ramadan (il 10 aprile). Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, annuncia che l’ufficio scolastico regionale della Lombardia sta facendo delle verifiche, il sindaco di Monfalcone (Gorizia), Anna Maria Cisint, parla di “vicenda sconcertante”. Inoltre, nella notte appare uno striscione – poi rimosso dalle forze dell’ordine, così riferisce l’Ansa – con scritto “Scuola italiana mai musulmana, vietato chiudere”. Il gesto è firmato dal Nucleo autonomo mobile, comunità aderente alla Rete dei patrioti. In relazione al gesto si legge sui social: “È assolutamente inaccettabile che gli alunni di una scuola italiana debbano essere costretti a perdere un giorno di scuola per consentire la celebrazione di una festività totalmente estranea alla nostra cultura e alla nostra tradizione. Un episodio gravissimo, che si pone purtroppo in continuità con un processo di cedimento continuo all’islamizzazione che avviene in diverse parti d’Italia, ma che a Pioltello e in tanti altri centri dell’hinterland milanese si pone in tutta la sua drammaticità”.

Alessandro Fanfoni, dal 2019 è alla guida l’istituto comprensivo “Iqbal Masiq”, intitolato a un bambino pachistano morto nel 1995 a 12 anni, martire del lavoro minorile. Il dirigente scolastico, al Corriere della Sera, fornisce il proprio commento alla luce di una decisione non priva di polemiche: “È un gesto nato dalla riflessione di alcuni docenti e poi votato all’unanimità dal consiglio di istituto. Nel nostro contesto l’Eid-El-Fitr non è un giorno normale di lezione: manca metà classe. Lo avevamo deliberato anche l’anno scorso, poi non avendo previsto un giorno di recupero, non lo abbiamo fatto. Quest’anno abbiamo anticipato l’inizio della scuola di un giorno”. E poi: “Abbiamo un 43 per cento di alunni di altra nazionalità. Contando gli italiani di seconda generazione arriviamo al 50 per cento. La maggior parte proviene da Egitto, Marocco, Pakistan”. Inoltre, spiega: “Nelle classi ci sono i crocifissi, nessuno chiede di pregare in classe durante il Ramadan, tutti seguono la lezione. Chiudere non è un gesto per farsi benvolere dalla comunità araba, è semplicemente il riconoscimento della specificità del nostro contesto”.

Eppure, come detto, non manca chi storce il naso. Come la fascia tricolore di Monfalcone: “Fare festa ora in un istituto pubblico per il Ramadan significa veicolare nei ragazzi una cultura che subordina alla dignità umana le loro tradizioni inaccettabili per la nostra civiltà – dice Cisint – siamo alla follia: dovremmo al contrario contrastare le sopraffazioni e proteggere i ragazzi e le ragazze dall'imposizione da parte delle loro comunità di prassi inaccettabili”. In più, osserva: “È grave che non ci si preoccupi dei risvolti pedagogici e sanitari per i minori di un digiuno che preclude persino l’assunzione della semplice acqua e che si protrae per un periodo così lungo. Ugualmente drammatica – va avanti – è la condizione delle minorenni musulmane che vengono tolte dalle lezioni prima di terminare gli studi delle scuole secondarie di primo grado, le ex scuole medie, per essere rimandate in patria per i matrimoni forzati”. E conclude: “A differenza degli altri culti, l’Islam non ha alcuna intesa con lo Stato Italiano, non solamente perché è frantumato in varie correnti, ma perché i suoi principi contrastano con l’ordine delle leggi civili e penali della nostra nazione”.

Nelle ore scorse il ministro Valditara fa sentire la sua voce. In primis, specifica come su Pioltello non sussista una contesa politica, bensì la necessità “del rispetto della legge”. A seguire, tira in ballo le dichiarazioni “piuttosto scomposte e strumentali” di alcuni esponenti del Partito democratico. E chiarisce: “La nostra intenzione è semplicemente quella di far rispettare le regole. Abbiamo avviato una semplice verifica”. Con la precisazione: “In questo Paese bisogna tornare al rispetto delle regole, della legge e della legalità. È invalsa l’abitudine, e non faccio riferimento a questo caso perché non lo conosco nei dettagli, sulla base di valori di riferimento più o meno politicamente corretti, a fare riflessioni su come ci si dovrebbe comportare. Ci si comporta secondo le regole. E se le regole sono sbagliate, si cambiano. Se sono condivise da una maggioranza si tengono, se sono condivise da una nuova maggioranza saranno modificate. Ma, finché le regole ci sono, vanno rispettate”.

Al fianco di Valditara anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia: “Siamo certi che si interverrà adeguatamente sull’assurda decisione del preside di una scuola milanese che ha scelto di chiudere l’istituto comprensivo di Pioltello per la fine del Ramadan. Non è ammissibile che, a causa di una festività religiosa che non viene celebrata nel nostro Paese, le lezioni scolastiche vengano interrotte per tutti gli alunni. Rispetto per tutti ma senza perdere i nostri valori e la nostra identità”.

(*) Foto interna tratta dalla pagina Facebook Rete dei patrioti

Aggiornato il 19 marzo 2024 alle ore 17:50