i avvicina la data del voto per le politiche
e cresce la rincorsa ai “grandi elettori” si-
culi, molti dei quali consiglieri provinciali in
carica o già in pectore. Il dibattito sulle Pro-
vince siciliane si trascina da decenni, anzi per
essere precisi dalla pubblicazione dello Sta-
tuto siciliano del 1948 che prevede l’aggre-
gazione in liberi consorzi di comuni. Con le
leggi n.9 del 1986 e n. 17 del 1989 il legisla-
tore siciliano attribuì all’ente provinciale la
denominazione di “regionale” differenzian-
dolo con il resto del territorio italiano, sancì
l’elezione di primo grado (diretta) dei consigli
ed assegnò pure una serie di competenze e
attribuzioni. I recenti provvedimenti nazionali
sul contenimento della
spesa pubblica sono stati
un vero fulmine a cielo se-
reno per gli assetti eletto-
rali dei deputati regionali
siciliani. Perché ogni buon
deputato regionale conta
nel proprio endorsement
elettorale almeno due
consiglieri provinciali e
molti comunali, aspiranti
al seggio provinciale. L’at-
tuazione delle linee di ri-
forma nazionale con
l’abolizione delle piccole
province e l’elezione di se-
condo grado cancellerebbe in uno solo colpo
una pletora di consiglieri e scompaginerebbe
gli assetti elettorali dei deputati regionali che
rimarrebbero senza una base elettorale fatta
di grandi elettori. Infatti molti di questi pun-
terebbero direttamente allo scranno per l’Ars,
altri ritornerebbero a fare politica nei comuni,
S
spiazzando di fatto i grandi elettori di quar-
tiere che verrebbero retrocessi nella migliore
delle ipotesi nelle città più grandi a semplici
consiglieri di quartiere. Se da un lato così si
migliorerebbe la qualità dei consigli delle città
che potrebbero essere rappresentate da am-
ministratori con alle spalle anni di esperienza
consiliare, dall’altro si aprirebbe una faida
interna ai gruppi politici perché le poltrone
sarebbero poche e tutti aspirano al titolo al-
meno di consigliere, per fare contare nel piat-
to della politica siciliana i propri voti. I mes-
saggi trasversali dei partiti siciliani sono oggi
rassicuranti per il mantenimento della rap-
presentanza diretta provinciale, quietando la
base elettorale e garanten-
do così il normale corso
politico. I comizi sono
stati convocati per il 26
e 27 maggio. La rivolu-
zione politica oggi è que-
stione di classi dirigenti e
si gioca sul rinnovamen-
to. Cambiare nelle pro-
vince regionali siciliane
sia il sistema di rappre-
sentanza politica che i
confini territoriali avreb-
be la conseguenza politi-
ca di mutare il bacino
elettorale dei deputati si-
ciliani, oggi decurtati da 90 a 70, mettendo
in crisi un sistema di clientele costruito negli
anni. Un nuovo metodo di selezione della
rappresentanza provinciale sarebbe un pri-
mo passo per trasformare lo scenario futuro
dell’agone politico in Sicilia.
er la prima volta, dal dopoguerra ad
oggi, fatta eccezione per il M5S, la cam-
pagna elettorale si sta sviluppando quasi
esclusivamente in tv. Berlusconi ha un rap-
porto privilegiato con le tv di sua proprietà
ma, escludendo fin da subito la partecipa-
zione ai comizi di piazza, ha deciso di in-
vadere tutti i talk show televisivi e antici-
pare l’agenda della campagna elettorale.
Con questa mossa anticipata, Berlusconi
ha costretto tutti i partiti ad inseguirlo nel-
le sfide televisive ovvero in quel terreno
dove lui si è sempre sentito il più forte. In-
fatti, proprio in questi giorni, il Cavaliere
ha iniziato a parlare di sondaggi con mag-
giore frequenza, e pro-
prio martedì ha dichia-
rato di essere vicino al
sorpasso sull’ormai ter-
rorizzato centrosinistra.
(...) Ma per capire bene
il programma politico di
un partito il mezzo tele-
visivo non appare essere
certamente lo strumento
più idoneo dato che, il
tempo limitato dettato
dalla esigenza dei talk
show, da un lato riduce
la possibilità all’elettore
di comprendere la bontà
o meno di un programma elettorale, dal-
l’altro favorisce i giornalisti televisivi nel
recitare un ruolo più di mattatori che di
conduttori. (...) Persino i sondaggisti, fino
a ieri abituati a valutare i comizi di piazza
come una componente importante per le
rilevazioni, oggi si ritrovano invece a re-
P
digere i dati relativi alle intenzioni di voto,
dovendo considerare oltre alla componente
relativa alle tv anche altri tipi di piazze,
ovvero quelle piazze virtuali come i social
network e dove il movimento di Grillo ap-
pare decisamente il più forte. (...) Scom-
mettendo nella rete in tempi non sospetti,
Grillo è riuscito nell’impresa di costituire
non solo una forza politica in grado di
competere alle elezioni politiche, ma anche
di coinvolgere la buona parte di quei gio-
vani che nessun partito tradizionale ha fin
qui saputo attrarre. Ma ora, e dopo le cri-
tiche che il M5S si è attirato per non aver
voluto partecipare a nessun confronto te-
levisivo tra i candidati e
dopo aver imposto a
tutti gli iscritti di non
partecipare ai talk show
televisivi, per spiazzare
definitivamente tutte le
forze politiche ed acca-
parrarsi quei consensi
che potrebbero ancora
essere conseguiti grazie
alle tv, Grillo sembra
aver cambiato idea e de-
ciso di partecipare a
qualche trasmissione a
lui più congeniale. Di
certo, se deciderà di far-
lo, lo farà quasi certamente l’ultimo giorno
utile della campagna elettorale, e dato che
sarà anche la sua unica apparizione tele-
visiva, molto probabilmente preparerà un
botto televisivo senza precedenti.
FABRIZIO DAL COL
Grillo prepara l’assalto
“last minute”alla tv
Grillo sembra avere
deciso di partecipare
a qualche trasmissione
a lui più congeniale.
E lo farà certamente
l’ultimo giorno utile,
con un“botto”televisivo
senza precedenti
I grandi elettori siciliani
alla prova delle urne
Un nuovo metodo
di selezione
della rappresentanza
provinciale sarebbe
un primo passo
per trasformare
lo scenario futuro
della politica in Sicilia
FAI UNA DONAZIONE SU
LAV.IT
SIRINGRAZIAL’EDITOREPERLOSPAZIOCONCESSO
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 8 FEBBRAIO 2013
6
1,2,3,4,5 7,8