Musica, amarcord, Andreozzi e Carosello!

“Amarcord” sul modello di “Poveri ma belli”! Una frizzante, adorabile e bravissima mattatrice, Michela Andreozzi, è la protagonista dello spettacolo “A letto dopo Carosello”, per la regia di Alessandro Longobardi, in scena alla Sala Umberto di Roma fino al 22 maggio.

A volte, come si sa, il titolo rappresenta una sintesi meravigliosa e impeccabile per la condivisione collettiva di ricordi bellissimi e struggenti. Insomma, un vero e proprio “Com’eravamo”. Semplici, direi. Catturati da bambini - per un tempo molto contenuto - davanti ad uno straordinario palcoscenico televisivo, in cui anche la pubblicità era un fatto artistico di tutto rispetto. Come lo fu, in effetti, il fenomeno irripetibile di “Carosello”: l’evento serale più atteso da grandi e piccini per godere di brevi sketch comici o intermezzi musicali, con ariette che lasciavano il segno, sullo stile del teatro leggero, seguiti da altrettanti messaggi pubblicitari. Vi racconto qualche dettaglio storico.

Il rigido format di Carosello si rivelò così ben congegnato da funzionare non solo impeccabilmente per due decenni (andando in onda quotidianamente, dal febbraio del 1957 al gennaio del 1977, per dieci, congestionati minuti dalle 20,50 alle 21), ma tale da non subire nel tempo né interruzioni, né correzioni di rotta stilistiche e contenutistiche. Un vero, autentico successo italiano. All’inizio, data la scarsità di apparecchi televisivi, lo si vedeva facendo ressa nei locali pubblici, come bar di quartiere e associazioni ricreative. Scomparve con l’avvento del colore e dei grandi programmi popolari di intrattenimento, in cui le tivù pubbliche e private favorirono la lenta, inesorabile discesa della qualità intellettuale dei programmi e del servizio pubblico. Trend che, da allora, non si è mai più invertito, arrivando addirittura a identificarsi con il... “regime”.

Alla realizzazione di Carosello parteciparono - in veste di registi - autentici maestri del cinema, quali Luciano Emmer (che ne è considerato l’inventore), Age & Scarpelli, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Ugo Gregoretti, Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini; per non parlare poi dei grandi attori di teatro che dettero un contributo unico e irripetibile in quelle circostanze.

Premessa non breve per significare e magnificare il bellissimo spettacolo di Michela Andreozzi, coadiuvata da una spalla perfetta, come il maestro Greggia e dal quintetto jazzistico di Piji & Bateau Manouche. La straordinaria abilità della protagonista è quella di ricreare attorno a quell’evento un complesso ambiente sociale e familiare, raccontando episodi di quartiere, di costume e, soprattutto, educativi. Lo spunto e la matrice sono quelli della famiglia di Michela, intrisa di pura napoletanità e della connessa filosofia di vita.

È così che veniamo trasportati con passione all’interno di strumenti e metodi educativi che hanno funzionato benissimo per millenni. La ciabatta- boomerang - che faceva persino il giro dell’uscio - per colpire la figlia indisciplinata; la paletta di legno utilizzata per girare il sugo, che andava con tiro da maestro a scolpire il suo profilo sulla fronte della malcapitata, tornando magicamente a rigirare il sugo di carne (diventato “nero” dopo un paio di giorni di rotazioni nella pentola), miscelato ad alcune gocce di sangue della piccola ferita procurata alla ragazzina. Per non parlare, poi, delle punizioni a seguito dei ritardi all’ora tassativa di rientro pomeridiano: le 17,30. Senza sgarri né deroghe. Alle 17,45 l’intero isolato si mobilitava per l’esecrazione della ritardataria, con la sentinella-madre in agguato sul pianerottolo e, una volta fatta rincasare la figlia, svelta di mani come non poche, ma senza “dire niente a papà!”.

Esilarante l’interpretazione istrionica della maestra calabrese, gravida di consonanti aspirate e di saggia manutenzione meridionale della classe ribollente di gioventù e irrequietezza. Poi, i giochi con il pubblico (niente Quarta Parete) invitato a indovinare i motivetti più famosi all’epoca e ricompensato con cestinate di caramelle Rossana. Insomma, puro divertimento da non perdere per nessuna ragione, arricchito da una robusta dose di dolcezza e simpatia femminile. Compresa quella della guest star, Claudia Gerini.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:25