Festa del Cinema, la lezione di Martin Scorsese

L’incontro più atteso arriva il lunedì. Almeno alla Festa del cinema. L’ospite d’onore è Martin Scorsese. “Un genio del cinema”, chiosa il direttore artistico Antonio Monda. Ad insignirlo del premio alla carriera è un altro maestro: Paolo Taviani. “Martin – sostiene Taviani – è un amico. È un uomo che ci aiuta a capire chi siamo e io per questo lo ringrazio. Ci sta insegnando a rivedere e ad amare il nostro cinema”. Nell’affollato incontro con pubblico e stampa, Scorsese presenta nove sequenze tratte dal migliore cinema italiano. Che, secondo il regista, si ferma agli anni Settanta. “Si tratta – afferma – di quei nomi e film che hanno cambiato letteralmente la mia vita”.

“Accattone” di Pier Paolo Pasolini, “La presa del potere di Luigi XIV” di Roberto Rossellini, “Umberto D” di Vittorio De Sica, “Il posto” di Ermanno Olmi, “L’eclissi” di Michelangelo Antonioni, “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi, “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, infine “Le notti di Cabiria” di Federico Fellini. Scorsese dedica ad ogni film, ad ogni autore un pensiero, un “viaggio”, un’emozione. Ricorda, in particolare il regista de “La strada”. “Quello è stato – afferma – la prima pellicola che ho visto di Fellini”. Il cineasta sostiene che avrebbero dovuto girare un film insieme. “Era un documentario per la Universal agli inizi degli anni Novanta. Non abbiamo fatto in tempo. Perché Federico ci ha lasciati prima”.

Aggiornato il 23 ottobre 2018 alle ore 14:26