Tra Cristo e Barabba, voi chi scegliereste? Mettiamola così, in versione più contemporanea: vincerà la sfida del secolo la Cina di Xi Jinping o l’America di Donald Trump? Vinceranno le democrazie così dette “illiberali” (che vanno da un tempestoso mix di neosatrapie come quella del turco Erdogan, di Orbán, di Khamenei, di Putin, escludendo il caso limite del nordcoreano Kim Jŏng-ŭn), o le democrazie rappresentative, che si sono auto-affondate a causa della perdita interna di credibilità dopo la grande crisi della globalizzazione non governata, dell’obsolescenza del Wto e del crollo di Wall Street nel 2008, che hanno lasciato per strada una scia di salme di decine di milioni di disoccupati dell’ex classe operaia e del ceto medio? Ma, in fondo, chi sono e che cosa vogliono tutti i protagonisti citati? Semplice e sconcertante allo stesso tempo: il potere sul resto del mondo. Esattamente a quanto accade alla maschera tragica di Hitler indossata dall’indimenticabile Charlie Chaplin ne “Il dittatore”. Stanno tutti con un piede poggiato sui pioli della scala e un altro lasciato in sospeso mentre si dilettano pericolosamente con il mappamondo sognando di portarsi a casa terre e genti (oggi, per la verità, solo le anime e i commerci, che è poi la stessa cosa, sotto altre vesti!).

E chi ci propone una bussola per guidarci in questo Caos prossimo venturo? Ci prova con grande competenza e passione il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, con il suo ultimo saggio “Assedio all’Occidente” (Ed. La Nave di Teseo 2019). Nel saggio si spiegano i fatti che riguardano l’inizio di una nuova Guerra fredda, stavolta giocata sia con armi tradizionali che con altre assolutamente inedite. Le seconde sono di gran lunga le più interessanti. Un solo simbolo è utile a rappresentarle collettivamente: la corsa alle tecnologia 5G: chi prima arriva con ogni probabilità conquisterà il mondo che verrà. I Big Data rappresentano le nuove miniere d’oro che si estendono all’infinito nel Cloud digitale, sospeso su di un mondo sottostante saturo di merci, come quelle asiatiche, molto spesso di bassa qualità, ma che hanno prezzi assai più competitivi, frutto di un clamoroso dumping rimasto senza seguito per le contorsioni del Wto, con Pechino che ha in ogni modo foraggiato con un credito interno illimitato i propri “Campioni nazionali”. Quindi, siccome la Nuvola contiene un oceano di connessioni fisiche che collegano il sistema neuronale planetario di pc, server e supercomputer, in futuro comanderà il mondo che verrà chi saprà sfruttarne gli immensi giacimenti informativi prima e meglio degli altri.

Sarà forse per questo che i cinesi impiegano a tempo pieno un esercito di circa un milione di specialisti per predare sulla Rete tutte le informazioni utili, compresi brevetti e tecnologie avanzati. E lo stesso fanno russi, iraniani e nordcoreani, sebbene con forze di gran lunga minori ma non per questo meno aggressive e pericolose. Gli occidentali, però, non scherzano affatto. Così israeliani e americani si sono dimostrati efficacissimi nel sabotare il nucleare iraniano e creare vari black-out in giro per il mondo, laddove le minacce si presentavano vitali come nel caso dei siti nucleari e delle stazioni di lancio della Nord Corea. Ma non c’è solo questo. Al contrario. La Cina ha riscoperto da tempo Confucio (preferito di gran lunga ai cattivi maestri della pianificazione centralizzata del comunismo d’antan) e abbina la grande, globale sfida del digitale con la possente spinta “fisica” della realizzazione di infrastrutture planetarie, la “Belt and Road Initiative”, per collegare l’Impero Celeste ad altri due continenti, Europa e Africa, attraverso rotte di terra e di mare. Russia e Cina hanno un obiettivo congiunto, come ci ricorda Molinari: dividere e rendere inutilizzabile l’Alleanza atlantica strumentalizzando i rinascenti nazionalismi e sovranismi dei Paesi Ue. Ma i “piccoli” non sono da meno. Turchia e Iran mirano al ripristino dell’Impero Ottomano e a riproporre il dominio della Persia sul mondo arabo sunnita. L’Europa, a causa della sua debolezza politica, diviene così terra di conquista per tutti costoro.

E l’Italia sovranista e populista, oggi maggioranza nel Paese malgrado la parentesi giallorossa, da che parte si schiererà, visto la sua importanza strategica come porta d’accesso ai due continenti d’interesse vitale per Xi? Troppo complesso da sintetizzare, questo “Assedio all’Occidente”. Quindi, non mi resta che suggerire a tutti gli uomini di buona volontà la lettura attenta e accurata di questo manuale di sopravvivenza per la Libertà del mondo occidentale.

Aggiornato il 12 dicembre 2019 alle ore 14:09