Luigi Einaudi e la politica

Per commemorare i sessant’anni dalla scomparsa di Luigi Einaudi (1874-1961), Ibl Libri ha pubblicato l’antologia Luigi Einaudi e la politica, a cura di Alberto Giordano. Il libro è stato presentato lo scorso venerdì in occasione di un webinar a cui hanno partecipato, oltre al curatore, anche Giovanni Pavanelli (professore ordinario di Storia del pensiero economico, Università di Torino) e Paolo Silvestri (docente di Economia e Storia del pensiero economico, Università di Torino e di Filosofia del diritto, Luiss Guido Carli). Il libro contiene una selezione sintetica ma completa degli scritti politici dell’economista e statista piemontese, dai quali emerge un liberalismo ispirato a princìpi ideali ma pragmatico nelle soluzioni, capace di parlare anche ai cittadini oggi. Da sempre il pensiero di Luigi Einaudi è allo stesso tempo attuale e inattuale, ha precisato Paolo Silvestri. Ruota intorno a un nucleo di idee per cui il liberalismo può essere soltanto uno e si perpetua nelle sfide che ogni epoca pone agli individui per la difesa della loro libertà. La società ha bisogno di tentativi ed errori per progredire. Ma la necessaria apertura al rischio ha bisogno del “buon governo”, che per Einaudi vuol dire policentrismo delle istituzioni associato ad un liberalismo considerato come “dottrina dei limiti”.

Nella sua esperienza politica, Einaudi si accosta con realismo agli ostacoli che sono stati posti alla libertà economica. Questo padre della Repubblica, ha spiegato Giovanni Pavanelli, aveva la vocazione ad essere insieme persuasore e pedagogo. Comprende in modo estremamente lucido i meccanismi economici, con la consapevolezza che non si può cambiare la società un decreto dopo l’altro. Tra l’individuo e le istituzioni si gioca il rompicapo di Luigi Einaudi, che per Alberto Giordano è anche il rompicapo di ogni liberale, da Locke ai giorni nostri. L’Einaudi divulgatore si è impegnato a fondo per diffondere i principi base dell’economia politica, che non servono ad altro che ad affrontare la dialettica tra decisioni individuali e decisioni collettive. Questo approccio garantisce la dinamicità del suo pensiero, la possibilità del liberalismo di reinventarsi senza tradirsi.

Aggiornato il 04 novembre 2021 alle ore 10:22