A Roma il miracolo della Madonna della neve

“La Madòn de la Neve è una Madonna

Diverza assai da la Madòn de Monti,

Da quell’antra viscin’ a Ttor de Conti

E da quella der Zasso a la Ritonna.

Sopra de lei m’ariccontava nonna,

Fra ttant’antri bbellissimi ricconti,

’Na storia vera da restacce tonti,

Che nnun ze n’è ppiú intesa la siconna.

Ciovè cche un cinqu’agosto, a ora scerta,

Nevigò in zimetría su lo sterrato

Fra Vvilla Strozzi e ’r Palazzo Caserta.

E intanto un Papa s’inzoggnò un sprennore;

E “Vva’”, ss’intese dí: “Ddov’ha ffioccato

Fa’ ffrabbicà Ssanta Maria Maggiore”.

Svariate decine e decine di anni orsono il noto poeta romanesco, Giuseppe Gioacchino Belli, ricordava così il miracolo della neve ad agosto a Roma nel sagrato di quella che, oggi, è la basilica di Santa Maria Maggiore.

Ma la leggenda di questo miracolo, che pure il Belli a modo suo onorava, risaliva addirittura ai primissimi secoli dell’era cristiana. Secondo la storia dell’epoca, ovviamente mischiata con la leggenda, si narra che nell’anno 358 dopo Cristo il nobile patrizio romano Giovanni e la moglie, non avendo figli, decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per costruire una chiesa da dedicarle. La Madonna apparve agli sposi la notte fra il 4 e il 5 agosto, designando con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. I coniugi riferirono a Papa Liberio il sogno fatto da entrambi, scoprendo che anche il Santo Padre aveva fatto lo stesso sogno.

Il Pontefice si recò sul luogo indicato, il Colle Esquilino: nonostante si fosse in piena e torrida estate, lo trovò coperto di neve. Poi tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi che ne avevano fatto promessa alla Madonna. Quell’evento passò alla storia come “il miracolo della neve”, e nel luogo dove nevicò venne costruita la Basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Madonna.

Da allora, ogni 5 agosto si svolge una festa per celebrare la Madonna della neve e una messa solenne per omaggiare la Vergine Maria. Dall’epoca di Renato Nicolini come assessore alla Cultura, il remake – talvolta un po’ kitsch – viene affidato all’architetto Cesare Esposito, che anche quest’anno ha in serbo sorprese ed effetti speciali sullo storico sagrato di Santa Maria Maggiore a colpi di musica, spettacoli storico-divulgativi e, ovviamente, “cannoni” che sparano sulla folla la neve artificiale. E che, quanto meno, dà una rinfrescata al tutto.

Quest’anno è proprio la quarantesima edizione (con inizio alle ore 21 fino alle 24) della versione post-moderna del miracolo in questione. E, visti i problemi in cui sta affogando la città, a causa del turismo di massa incontrollato, del proliferare di bed and breakfast spesso anche abusivi, della mondezza che Ama gestisce in maniera assurda, dei bus turistici che intasano il traffico e dei visitatori neo-borgatari provenienti da tutto il mondo che si divertono a sfregiare il Colosseo incidendo le loro iniziali, Esposito ha pensato ad un manifesto di presentazione che contiene una nota di auspicio. Ovvero: “Roma rinascerai. Presenterà la serata lattrice Serena Petrella.

Aggiornato il 02 agosto 2023 alle ore 11:15